“Qui nacque il 1° novembre MDCCCXXXIII Alessandro Serpieri nelle scienze fisiche e astronomiche insigne”. Una lapide per molti versi anonima posta sul muro della casa natia del borgo di San Giovanni in Marignano in provincia di Rimini, comune conosciuto ai più, come il granaio malatestiano. A 200 anni dalla nascita dello scienziato, una serie di eventi riporta Serpieri all’attenzione non solo degli addetti ai lavori dell’Università di Urbino, ma anche dei cittadini del proprio comune. Alessandro Serpieri ebbe la prima istruzione in famiglia e successivamente affidato ai padri scolopi presso il Collegio dei nobili di Urbino. Mostrò subito interesse per le scienze e nel contempo la vocazione religiosa che, in breve lo portò a vestire l’abito talare. Si interessò prima di tutto al fenomeno astronomico delle meteore o stelle cadenti, delle quali determinò alcuni radianti, cioè le porzioni di cielo dal cui vertice gli sciami meteorici sembrano originarsi. In particolare, individuò la forma di quello delle Perseidi. Le sue ricerche furono apprezzate da astronomi come Angelo Secchi e Giovanni Schiaparelli. A quest’ultimo infatti, spetta il merito di aver per primo stabilito che le stelle cadenti derivano dal disgregamento delle comete. Serpieri contribuì all’affermazione delle idee di Schiaparelli grazie alle sue accurate indagini del fenomeno celeste. Ulteriori ricerche riguardarono le aurore polari e la luce zodiacale, ossia la debole banda luminosa osservabile all’orizzonte poco prima del sorgere del Sole o del calare della notte. Fu autore di numerose effemeridi (tabelle utili a fornire le posizioni e altre caratteristiche degli astri per intervalli fissi di tempo), all’epoca largamente consultate nei maggiori osservatori europei. Si occupò anche di meteorologia, che proprio durante la seconda metà dell’Ottocento andò sviluppandosi su solide basi scientifiche. Nel 1850 istituì a Urbino la prima stazione meteorologica delle Marche. Per alcuni anni stampò un bollettino mensile contenente non solo i vari dati meteorologici, ma anche articoli di astronomia, studi locali di geografia botanica e applicazioni della meteorologia a igiene e agricoltura. Un ulteriore settore dell’opera scientifica di Serpieri fu la fisica. In questo ambito lo studioso marignanese effettuò alcune interessanti esperienze con lo strumentario del gabinetto di fisica dell’Università di Urbino, da lui stesso arricchito nei quasi quarant’anni in cui ne fu direttore. Tra il 1868 e il 1885 Serpieri pubblicò tre volumi divulgativi di fisica che incontrarono molto successo e furono tradotti in molte lingue. Studiò la sismologia, soprattutto in relazione ai due terremoti che colpirono l’Italia il 12 marzo 1873 e il 18 marzo 1875. In entrambe le circostanze, raccolse e analizzò i dati dei fenomeni sismici con grande rigore metodologico, guadagnandosi il plauso dei più illustri sismologi italiani e stranieri a lui contemporanei. Indagò i sintomi premonitori manifestati dagli animali all’avvicinarsi del terremoto e riscontrò che le scosse telluriche erano state precedute da perturbazioni elettriche e magnetiche. Ipotizzò che in corrispondenza degli epicentri sismici si verificassero esplosioni dovute a movimenti vulcanici capaci di sollevare le rocce sovrastanti. Questa concezione ha anticipato la teoria sismologica del vulcanismo profondo sviluppata dalla scuola italiana di geologia di Giuseppe Mercalli e Carlo De Stefani.