Dal momento in cui Leonard Bernstein piomba sul palcoscenico della Carnegie Hall, a soli 25 anni, a condurre per la prima volta la New York Philarmonic, cosa che farà per una leggendaria tenitura decennale, la sua ascesa è inarrestabile. Accanto a lui, durante la lunghissima carriera in cui alternerà l’attività di direttore d’orchestra a quella di compositore a quella di insegnante e studioso della musica, c’è la moglie Felicia Cohn Montealegre, che condivide ogni sua passione ma mal tollererà le sue relazioni omosessuali.
Arriva su Netflix il 20 dicembre il film “Maestro”, opera seconda di Bradley Cooper regista, presentata in concorso al Festival di Venezia di quest’anno. Non è solo una dichiarazione d’amore alla vita e all’arte, ma essenzialmente una rappresentazione emotivamente epica di famiglia e amore.
“Quando ero piccolo in casa ascoltavamo spesso l’opera e la musica classica. Ho passato molte ore a condurre un’orchestra immaginaria con le capacità limitate di un bambino di otto anni. In particolare, ascoltavamo spesso un disco di Leonard Bernstein. Perciò la fiaccola che mi avrebbe mostrato la via per realizzare Maestro era già accesa molti anni prima che mi capitasse il progetto tra le mani. Dopo aver completato un anno di ricerche su Lenny e sulla famiglia, e aver digerito tutte le informazioni, ho capito che l’aspetto più interessante e toccante per me era il matrimonio tra Lenny e Felicia. Era un amore non convenzionale e sincero, che trovavo estremamente intrigante. Ed era questa la storia che ho voluto raccontare. Sarò per sempre riconoscente a Jamie, Nina e Alex per avermi aperto le porte della loro famiglia e dei loro cuori. È stata una delle più grandi gioie della mia carriera”, ha evidenziato Bradley Cooper che interpreta con anima e corpo il direttore d’orchestra.
Il film è diviso nettamente in due parti, la prima in bianco e nero e la seconda a colori, a rappresentare le due epoche del rapporto coniugale fra Leonard e Felicia. La prima metà è viva e movimentata, facendo emergere il rapporto fra finzione e realtà, vita e performance che ha caratterizzato il matrimonio dei Bernstein. La seconda parte trasforma il personaggio di Felicia, interpretato benissimo da Carey Mulligan, nell’opposto di come era stata rappresentata all’inizio: non più anima gemella di Leonard ma moglie rancorosa e ostile che ha scoperto di non potersi accontentare di ciò che il marito le può dare.
E’ un vero e proprio racconto di una dualità profonda che coesiste in nome della libertà creativa e personale: performance coinvolgente e composizione solitaria, estroversione pirotecnica e tristezza interiore, etero e omosessualità.