Domenica 4 febbraio 2024 alle ore 15,30, presso la saletta della Polisportiva Pontevecchio di Bologna, Laura Fantini ha presentato il libro Lauretta e la farfalla (pp 87, Independently published Amazon, € 10,00 la versione cartacea e € 5,00 quella eBook).
L’autrice, dopo aver superato una lunga serie di vicissitudini personali anche dolorose, ha deciso di scrivere e pubblicare la propria biografia per far conoscere la sua storia; ma soprattutto per regalare una speranza e un sorriso a chi vive un’esistenza problematica e non riesce a vedere la luce in fondo al tunnel.
Leggendo il libro si comprende quale supporto fondamentale sia, per lei – in passato come ora – la rete affettiva che è stata capace di costruirsi nel tempo: Amici – sì, proprio quelli con la “A” – conosciuti a Bologna, la città in cui è nata, vive e lavora; ma anche a Gallio (Vi), paese in cui si rifugia appena desidera fuggire dai ritmi cittadini. Ma Laura Fantini si avventura spesso anche in mete estere e non; mai da sola, sempre in compagnia.
Ogni capitolo del libro è espressamente dedicato a una costola fondamentale della sua vita: se stessa, i genitori, i parenti, i colleghi speciali e gli amici. Tra questi ultimi, in particolare, vengono annoverati Renata – la sua insegnante di Educazione fisica ai tempi del liceo linguistico – e Mario Dalla Valle, che ha prestato la voce per la lettura dei brani; e che le ha offerto un insostituibile aiuto psicologico nella realizzazione del libro.
In occasione della presentazione l’autrice ha messo a nudo il proprio animo sensibile e giocoso: lo ha fatto in compagnia dei numerosissimi partecipanti, che non hanno lasciato vuota nemmeno una sedia; ma anche durante le emozionanti letture di Mario, che ha sapientemente trasmesso autentiche emozioni attraverso i brani letti.
Davanti a una folta platea la protagonista di questa incredibile esistenza ha raccontato della malattia che si è ripresentata nel 1998, poco dopo il conseguimento della laurea breve in Servizio Sociale. E che l’ha costretta a un delicatissimo intervento, possibile soltanto a Little Rock negli U.S.A.; che le ha lasciato postumi permanenti.
L’autrice ha poi svelato l’essenza del proprio rapporto con le farfalle; l’immaginario incontro di anime tra lei e uno fra questi graziosi insetti nonostante, in passato, lei li abbia temuti con tutta se stessa: quello che sente essere, in un certo senso, la sua anima.
Scorrendo le pagine i lettori prendono infatti parte al dialogo muto tra lei e la farfalla che «è l’emblema di una speranza che aleggia in me, che fa parte del mio carattere e che mi fa pensare che la vita è bellissima, nonostante tutto» come scrive nella premessa.
Carattere predisposto all’ottimismo a parte, alla positività con cui affronta la propria esistenza ha senz’altro contribuito l’amore incondizionato offertole da Edda e Vincenzo: due genitori – ora non più con lei –che hanno sempre messo il suo bene prima di ogni altra cosa. Di loro, Laura scrive «ho visto raramente esempi di un amore così forte». E quando, nel giro di due soli anni – prima la madre e poi il padre – se ne sono andati lasciandola da sola, lei si è aggrappata a se stessa, con tutta la forza che aveva; ma anche agli affetti che facevano, e ancora fanno, parte della sua vita.
E che la rendono, giorno per giorno, così incredibilmente bella.