Comincia in completo relax la seconda giornata dedicata alla manifestazione Amarone Opera Prima ospitata alla Gran Guardia di Verona. Giornalisti e produttori fanno tranquillamente colazione per poi dedicarsi all’incontro per festeggiare anche il centenario del Consorzio tutela Vini della Valpolicella. 78 le cantine presenti. La realtà è la migliore dimostrazione della necessità di aderire al consorzio per i produttori di vini.
Contraffazioni, uso e abuso dell’italian sounding, difesa del brand, profilazione nuovi consumatori, nuovi regolamenti, sovrapposizioni, pericolo dazi: sono tanti i temi e i dati che vengono snocciolati da Christian Marchesini (presidente del Consorzio Vini della Valpolicella) e Carlo Flamini (responsabile dell’Osservatorio Uiv) nei loro interventi. Una prima notizia incoraggiante: a confronto con le cifre del Made in Italy in generale, l’export dell’oro rosso nel 2024 ha registrato sì una flessione ma contenuta, chiudendo al -2% con un promettente +9% nel secondo semestre.
Sono presenti protagonisti della promozione dell’Amarone di Valpolicella nel mondo, dal Consorzio all’Ice a Veronafiere, alla città di Verona, nella consapevolezza che solo un’azione combinata di varie figure può rendere possibile l’ampliamento della presenza sui mercati esteri.
Con orgoglio si passano in rassegna i successi già raggiunti. Se Verona è riconosciuta come capitale del vino nel mondo, dopo due anni di lavoro si è riusciti a portare a Chicago il Vinitaly, la più grande fiera dedicata al settore enologico negli Stati Uniti, più di 500 produttori presenti per intercettare nuovi buyer all’estero. Ventilare le conseguenze in termini di incidenza sui costi per un’eventuale introduzione di dazi da parte del Paese che si attesta come primo mercato per l’Amarone è prematuro e sostanzialmente inutile rispetto ad altre problematiche già presenti come la contraffazione. Il caso più eclatante quello che ha coinvolto la Svezia, obbligata a pagare un risarcimento di 800mila euro grazie all’intervento del consorzio con il sostegno anche del governo, cifra poi reinvestita nella promozione del Rosso. Marchesini snocciola cifre che sono un riconoscimento del lavoro che il consorzio svolge quotidianamente per i suoi associati: 2400 aziende, 360 imbottigliatori e circa 8600 ettari di vigneti. Tra assett vigna e cantine si arriva ad un valore della denominazione pari quasi a 6 miliardi di euro.
Per conquistare ulteriori mercati e consolidare gli attuali si rende indispensabile un confronto sui consumatori per evitare sovrapposizioni come quella tra Valpolicella più amato dalle donne (50% del consumo) e l’Amarone che invece soprattutto negli States attrae maggiormente un pubblico maturo, sessantenni, con un reddito medio di 100mila dollari, colti, particolarmente interessati all’origine del prodotto, la sua storia e autenticità. Per il momento i Millennials preferiscono il Recioto. Il mercato americano può offrire secondo Flamini ampi spazi di crescita se si punta ad un cocktail che metta insieme “aree produttive e diverse vallate, la forza motrice del brand Verona, stile e coerenza per un metodo atto a divenire esso stesso espressione di territorio”.
Eccellenza attrae eccellenza. Come non pensare al risotto all’amarone, altra specialità dell’enogastronomia da tutelare e far conoscere nel mondo? Un breve video ne illustra la preparazione, ottima se l’ingrediente principale è l’originale, l’Amarone.
Prima del brindisi finale monologo dell’attore e drammaturgo Andrea Pennacchi che accompagnato alla chitarra da Giorgio Gobbo celebra l’epopea del vino paragonata alla costruzione di Tebe che però scompare ridotta in polvere. Il vino no.
Con ironia e la veracità del dialetto che seppur usato ad intermittenza non ha rivali nel comunicare il legame della preziosa bevanda con il suo territorio e la sua gente, vengono riportate alla memoria le tappe che hanno fatto del vino, un prodotto consumato anche in osteria per pochi soldi, un’eccellenza del Paese, superando il periodo oscuro dello scandalo Metanolo fino alla scoperta dell’Amarone e del Valpolicella nel mondo con compratori d’eccezione anche per arroganza come il pilota di Formula Uno Michael Schumacher e i messaggeri di Putin.
Calici in alto in chiusura di manifestazione da parte delle personalità intervenute.