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Un poliziotto che fa rap e chiede di esibirsi sul palco di Sanremo per portare un messaggio di legalità e rispetto? È la proposta di Revman, il poliziotto rapper, che ha scritto a Carlo Conti, direttore artistico del Festival, chiedendo uno spazio per la sua musica e i suoi valori. Nella lettera, Revman chiede simbolicamente 1 minuto e 53 secondi sul palco dell’Ariston per portare un messaggio che oggi più che mai merita attenzione: il rispetto reciproco e il valore dell’amicizia come base di una società più unita e solidale. Il tempo richiesto non è casuale: 1 minuto e 53 secondi è esattamente la durata del suo brano “L’amicizia è una cosa seria”, un pezzo che racconta con parole semplici e dirette l’importanza di legami autentici in un mondo spesso dominato da rapporti superficiali. Un brano che per tema e sonorità si sposa perfettamente con l’atmosfera del Festival di Sanremo, da sempre attento a messaggi universali e di valore. Nella sua lettera, Revman spiega il motivo della sua richiesta, sottolineando l’importanza di dare spazio a messaggi positivi e universali attraverso la musica. Sanremo è la casa della musica italiana – scrive nella sua missiva inviata al direttore artistico il rapper poliziotto – il luogo dove le parole contano. Credo che oggi più che mai la musica debba lanciare messaggi forti e chiari, capaci di unire e far riflettere. Per questo ho chiesto la possibilità di portare sul palco un brano che racconti un valore universale: l’amicizia. Anche pochi secondi possono fare la differenza. Revman non è solo un artista, ma anche un poliziotto che lavora a contatto con i giovani e che attraverso il rap affronta temi importanti come bullismo, cyberbullismo e rispetto delle regole, parlando direttamente alle nuove generazioni con un linguaggio vicino a loro. L’idea di un poliziotto rapper sul palco di Sanremo è sicuramente inedita e potrebbe rappresentare un segnale forte di inclusione e di dialogo tra generazioni e mondi apparentemente distanti.