

Si avvicina il Carnevale e, come sempre, per l’occasione non mancano le tradizioni culinarie che allietano i palati di grandi e piccini. Impossibile resistere ai dolci di Carnevale. È il momento in cui “ogni fritto vale”: le ricette si fanno ricche, gli impasti si tuffano in olio bollente e si celebra la festa più allegra e colorata dell’anno. Conoscere le origini di una pietanza, come il suo nome e la ricetta per prepararla, ha sempre l’effetto di aggiungere un valore in più al momento in cui la si degusta a tavola. Una sorta di viaggio sensoriale che si unisce alla conoscenza di una città con annessa storia e tradizione. La Sicilia è nota per la sua ricca gastronomia apprezzata in tutto il mondo. Le diversità territoriali hanno spinto i locali a sfruttare al meglio le materie prime che avevano a disposizione e questo è ancora più evidente nei giorni di festa. La cucina della tradizione è ricca di varianti per la stessa ricetta, spesso cambia anche solo il nome! Qual è il dolce più venduto a Carnevale? La risposta è immediata: le Chiacchiere sono presenti in ogni casa già da qualche settimana prima della festosa ricorrenza. Col tempo le Chiacchiere sono diventate a buon diritto il dolce simbolo del Carnevale.

Negli anni, lungo tutto lo Stivale, si sono radicate nella tradizione tantissime ricette di dolci fritti che allietano il periodo di Carnevale: croccanti, soffici, ripiene, fragranti con tanto zucchero e colori. Le feste in maschera si festeggiano così. Ma ciò che rende importante e unica la varietà di queste ricette è l’innumerevole patrimonio di usanze che legano il Carnevale ai dolci. Qualche tempo fa venivano usati i prodotti locali, oggi le tradizioni si sono lasciate contaminare dalle esigenze di mercato. Per i più golosi, le chiacchiere possono essere condite con miele, crema al cioccolato, al pistacchio o altri gusti. La caratteristica di questo dolce è che, se conservato sottovuoto, si conserva bene per alcuni giorni.