
Napoli, 6 marzo – Si è tenuta questa mattina, presso la biblioteca Annalisa Durante di Napoli, la presentazione dell’edizione 2025 di “Raccontiamo il Bene”, il rapporto annuale di Libera sul riutilizzo sociale dei beni confiscati. L’evento ha offerto un quadro aggiornato delle realtà del Terzo Settore che, in tutta Italia e in particolare in Campania, sono impegnate nella restituzione alla collettività del patrimonio sottratto alla criminalità organizzata.
All’incontro sono intervenuti l’assessore alla Legalità, Sicurezza, Immigrazione della Regione Campania Mario Morcone, il dirigente ai beni confiscati del Comune di Napoli Nunzia Ragosta, il referente di Libera Campania Mariano Di Palma, il responsabile beni confiscati di Libera Campania Riccardo Christian Falcone e il segretario generale della Fondazione Polis Enrico Tedesco.
Morcone: «15 milioni di euro per il riutilizzo e la valorizzazione»
Nel suo intervento, Mario Morcone ha annunciato l’imminente pubblicazione di un bando da 15 milioni di euro per il riutilizzo e la valorizzazione dei beni confiscati. «Se vogliamo trasformare questo tema in un’opportunità di sviluppo per la Campania, è necessario investire risorse significative», ha dichiarato l’assessore. «Lo faremo in piena condivisione con i comuni e con chi ha la responsabilità del territorio».
Ha inoltre sottolineato l’importanza del riutilizzo sociale come segnale di giustizia e crescita collettiva, evidenziando il rischio di un dibattito sulla possibile privatizzazione dei beni confiscati: «In Campania – ha continuato – nessuno ha mai messo in discussione il principio della destinazione pubblica e sociale di questi beni, e intendiamo proseguire su questa strada senza incertezze».
Aumentano le realtà coinvolte nel riutilizzo sociale
I dati presentati confermano una crescita costante delle realtà del Terzo Settore impegnate nella gestione dei beni confiscati in Campania. Attualmente si contano 186 soggetti attivi, distribuiti in 59 comuni, segnando un incremento rispetto allo scorso anno, quando erano 170 in 56 comuni. A livello nazionale, sono 1.132 le realtà coinvolte nel recupero di beni in 398 comuni, anch’esso un dato in crescita rispetto ai 1.065 censiti nel 2024 in 383 comuni. La Campania si conferma tra le regioni più virtuose in questo ambito, seconda solo alla Sicilia.
Dalla confisca alla rinascita: il valore della coprogettazione
L’analisi di Libera ha messo in evidenza la varietà delle realtà coinvolte nella gestione dei beni confiscati: associazioni, cooperative sociali, enti ecclesiastici, fondazioni e consorzi. Il patrimonio recuperato comprende appartamenti, ville, fabbricati, terreni agricoli, locali commerciali e altre strutture.
Le attività più diffuse riguardano il welfare e le politiche sociali, con oltre cento realtà impegnate in progetti di accoglienza, sostegno e inclusione. Seguono iniziative legate alla cultura, al turismo sostenibile, all’agricoltura sociale e alla tutela ambientale, mentre risultano meno numerosi i progetti legati alla produzione e all’occupazione.
«Abbiamo rilanciato il nostro impegno con tre forum coinvolgendo, nell’ultimo, anche paesi europei e sudamericani», ha aggiunto Morcone. «Oggi parliamo di coprogettazione e di sostegno concreto alle start-up del Terzo Settore. Vogliamo che il riutilizzo dei beni confiscati diventi un elemento di sviluppo per la nostra società civile e i nostri territori».
Il lavoro di monitoraggio portato avanti da Libera dal 2013 restituisce un quadro sempre più chiaro dell’impatto positivo del riutilizzo sociale dei beni confiscati, dimostrando come luoghi un tempo simboli della sopraffazione possano trasformarsi in spazi di comunità e di giustizia sociale.
Mario Conforto