
Napoli diventa il palcoscenico di una straordinaria rassegna cinematografica dedicata al Terzo Cinema. Dal 18 marzo al 7 maggio, il Multicinema Modernissimo ospiterà “Manifesti per un cinema libero – I dannati della terra”, un’iniziativa promossa e finanziata dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto Cohousing Cinema Napoli. La rassegna, curata da Armando Andria e Gina Annunziata in collaborazione con la Cineteca di Bologna e la Scuola di Cinema dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, rappresenta un’opportunità unica per riscoprire capolavori realizzati negli anni Sessanta e Settanta, restaurati e presentati per la prima volta in città.
Un viaggio nel cinema indipendente di Africa, America Latina e Medio Oriente, che esplora le dinamiche di lotta e di emancipazione, intrecciando innovazione stilistica e provocazione politica.
Cinema e impegno: l’eredità del Terzo Cinema
La rassegna si ispira alla visione di Frantz Fanon, filosofo e psichiatra che teorizzò la liberazione dei popoli colonizzati anche attraverso l’arte e la cultura. L’idea alla base di questi film è che la cinepresa diventi un’arma per raccontare il mondo e sovvertire le narrazioni dominanti, restituendo voce a chi è stato storicamente escluso.
Ferdinando Tozzi, consigliere del sindaco di Napoli per l’industria musicale e l’audiovisivo, sottolinea l’importanza dell’iniziativa: “In coerenza con il progetto Cohousing Cinema Napoli, questa rassegna propone al pubblico un viaggio attraverso film indipendenti, spesso censurati, che aiutano a comprendere le complessità del nostro tempo e i processi di integrazione tra culture differenti. L’amministrazione punta a formare spettatori consapevoli, appassionati della settima arte”.
Masterclass e incontri speciali
Oltre alle proiezioni, il programma prevede un incontro con Cecilia Cenciarelli, della Fondazione Cineteca di Bologna e co-direttrice del festival Il Cinema Ritrovato, dedicato ai restauri del World Cinema Project. A impreziosire ulteriormente la rassegna, una masterclass di Ala Eddine Slim, regista tunisino noto per le sue opere sperimentali e politicamente impegnate.
L’iniziativa si configura come un momento di riflessione e scoperta, un’opportunità imperdibile per il pubblico napoletano di avvicinarsi a un cinema che ha segnato la storia con il suo linguaggio di denuncia e resistenza.
Mario Conforto