di Maria Saveria Reale
Cresce la preoccupazione per la carenza d’acqua in Molise. Ai 41 Comuni della Provincia di Campobasso che effettuano chiusure notturne delle reti di distribuzione, se ne sono aggiunti 26 della Campania e della Puglia. Nel frattempo si guarda alle previsioni del tempo, con la consapevolezza che servirebbero settimane di pioggia per avere qualche effetto sugli invasi, come quello d’Occhito che si sta drasticamente prosciugando. L’Invaso ha una lunghezza di circa 12 km e appartiene per metà alla provincia di Campobasso e per la restante parte alla provincia di Foggia; con una capacità totale di 333 mln di metri cubi, 250 mln quella utilizzabile.
Le comunità della zona fortorina che si affacciano sulle sponde del lago, Sant’Elia a Pianisi, Macchia Valfortore, Pietracatella, Gambatesa e Tufara per la provincia di Campobasso; Carlantino, Celenza Valfortore e San Marco la Catola per la provincia di Foggia, stanno assistendo già da tempo ad una lenta trasformazione della conformazione del meraviglioso lago. Anche le alte temperature superiori alle medie stagionali hanno contribuito al progressivo prosciugamento dell’Occhito, notoriamente conosciuto come il secondo invaso artificiale più grande d’Europa per capienza, oggi ridotto di molto rispetto all’ estensione originaria.
Fenomeno che rappresenta un evidente segnale di alterazione ecologica dell’area, con la conseguenziale compromissione degli habitat naturali nonché della fauna e della flora selvatiche che rendono lo scenario un angolo incontaminato. Popolato da carpe, carassi, cavedani, scardole, anguille, persici e black bass, che attirano pescatori durante tutto l’anno, in realtà il lago, che segna il confine tra la Puglia e il Molise per circa 10 km, è nato per scopi irrigui, a servizio del Molise e del Consorzio della Capitanata di Foggia. La siccità ha quasi prosciugato anche la diga la cui mastodontica opera di costruzione è durata diversi anni, frutto di investimenti della Cassa del Mezzogiorno e del Piano Marshall. La diga è stata realizzata alla fine degli anni ’50, per far fronte alle esigenze idriche della provincia di Foggia. I lavori di costruzione ebbero inizio nel 1957 e si sono protratti fino al 1966, per ben 9 anni. E’ certamente una delle dighe in terra battuta più grandi di Italia ed il muro di sbarramento si trova in una strettissima gola scavata dal fiume Fortore, che lo alimenta costantemente.
Stesse problematiche riguardano la diga di Liscione ed altri bacini del Centro sud. Le evoluzioni climatiche, purtroppo, impediscono la fornitura di acqua per l’irrigazione dei campi, con gravi ed evidenti ripercussioni sull’economia locale.
A fronte di questo generale decremento di acqua, occorre intervenire per evitare una crisi ancora più profonda nei prossimi mesi e per tentare di preservare il bene acqua. Il Presidente di Molise Acque, Stefano Sabatini, prospetta la possibilità di un incremento delle chiusure notturne delle reti idriche di distribuzione nei Comuni del Molise. La proposta della Coldiretti è quella di “creare una rete di invasi artificiali di piccole dimensioni per la raccolta dell’acqua piovana, ferma oggi in Italia ad appena l’11%. Ciò consentirebbe di garantire acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita”.
Non resta che sperare nell’arrivo delle piogge e nelle nevicate abbondanti, che negli ultimi anni sono state invece brevi e sporadiche, per vedere incrementate le riserve idriche, sperando in una ripresa e regolarizzazione dell’erogazione idrica.