

Il gruppo sportivo Us Acli ha organizzato una serata al palacurling di Cembra per farsi provare questo sport olimpico che ha dato grande soddisfazione all’Italia alle olimpiadi 2022 di Pechino con l’oro di Amos Mosaner e Stefania Costantini.
A guidarci nella serata di prova Marco Mosaner, cugino del campione olimpico Amos e membro dell’associazione curling Cembra. Questo sport salito alla ribalta recentemente si pratica a Cembra dall’inizio degli anni ’80, quando si giocava ancora sul lago ghiacciato, il Lago Santo. Attualmente a Cembra il curling è lo sport più praticato, con 50 agonisti e la nazionale italiana sostanzialmente monopolizzata dai ragazzi del centro principale della valle trentina che unisce la valle dell’Adige alla valle di Fiemme. Il primo dei tanti campioni locali è stato Joel Retornaz, che guida la formazione italiana sin dalle ultime Olimpiadi nazionali, quelle di Torino nel 2006.
Nei prossimi giochi olimpici di Milano Cortina il curling si giocherà a Cortina, se fosse stato a Milano probabilmente visto il bacino d’utenza avrebbe potuto fare un boom di nuovi appassionati. Gestire delle piste da curling vuol dire soprattutto avere alti costi di energia elettrica, per produrre un ghiaccio particolare a buccia d’arancia alla temperatura dell’ambiente di sei gradi.
La nostra serata comincia nello spogliatoio, dove indossiamo normali scarpe da ginnastica. Ci sono anche delle speciali scarpe da curling che permettono di scivolare sul proprio piede debole, ma quelle per ora le lasciamo a Marco visto che già una prima sfida è quella di rimanere in piedi senza cadere. Le mitiche stones, fatte di un particolare granito scozzese, non vengono alzate ma rimangono sul ghiaccio e vengono spostate da una parte all’altra a seconda della fase del gioco. Sono molto preziose, un set viene a costare fino a €16000.

Oltre a stare in piedi, una delle grandi difficoltà è quella di imparare la tecnica. Non è tanto una questione di forza, ma bisogna imprimere con la gamba più forte la forza necessaria per far scivolare nel modo giusto la stone. L’obiettivo è appunto quello di farla arrivare all’interno della “casa”. Col passare del tempo ci si sente sempre più confidenti con il ghiaccio, con le scope per velocizzare le stones troppo lente. Addirittura si comincia a dare effetto orario o antiorario alla stone per provare a mandarla dove è necessario in base al gioco.
Sempre con attenzione perché è un attimo andare a gambe all’aria. Riusciamo anche a sfidarci: stones gialle contro stones rosse. Non so per quale motivo sono stato investito per due volte della responsabilità di tirare l’ultima stone: una troppo forte e l’altra invece con poco effetto è rimasta lontana dal centro. Si può affittare una pista per €60 l’ora, giocando quattro contro quattro quindi diventa un’esperienza divertente e anche popolare per i costi.