Un monumento a cielo aperto , un grido d’allarme che parte da molto lontano a difesa di un’opera di straordinaria bellezza e unicità. Stiamo parlando del cimitero vecchio di S. Stefano di Camastra in provincia di Messina, uno dei principali centri siciliani per la produzione di ceramiche e in particolare, con una tradizione che risale al XVII secolo, di mattonelle maiolicate.
Un grido d’allarme che parte da lontano e che porta la firma dell’artista di origini stefanesi Concetto Tamburello, il quale da anni ormai porta avanti la sua personale battaglia a difesa di questo prestigioso luogo di incontaminata bellezza. Utilizzato per le comuni sepolture negli ultimi due decenni del 1800 e riconosciuto dalla Soprintendenza ai Beni culturali e Ambientali di Messina sito da porre sotto tutela, il cimitero vecchio non ha mai avuto la considerazione che meritasse, in quanto non si può essere insensibili per non difendere un’opera d’arte così rara. Il patrimonio culturale costituisce un fattore primario per lo sviluppo e la crescita collettiva di una comunità, che ha individuato proprio nel progresso una notevole opportunità di slancio sia per la democratizzazione del sapere, sia per lo sviluppo economico del proprio paese. Da anni si parla di rilancio per il Cimitero Vecchio di S. Stefano di Camastra, collocato a un chilometro dal centro storico e che rappresenta un vero e proprio museo a cielo aperto di questa produzione. La sua unicità è rappresentata sia dalla struttura architettonica delle 96 tombe presenti, denominata alla “cappuccina”, sia dal rivestimento delle tombe stesse, costituito da mattonelle, chiamate “ambrogette”, decorate con motivi ornamentali su fondo bianco. La mancanza di interesse verso lo sviluppo e il rilancio di questo patrimonio culturale rischia di diventare cronica, con danni irreversibili prodotti dal disinteresse delle istituzioni.