Siamo in estate e ciascuno di noi sta pensando ad una meta per le proprie vacanze. I più fortunati partiranno (o sono già partiti) per un soggiorno prolungato, altri dovranno programmare gite domenicali e week – end perché, per diverse ragioni lavorative e familiari, non potranno allontanarsi troppo tempo dalla propria città.
Si dice sempre che gli italiani vanno alla ricerca di mete sconosciute e lontane ma ignorano il patrimonio che hanno a due passi da casa. Per alcuni molisani questo è vero due volte. Certamente ciascuno di noi ha un’idea diversa sul concetto di vacanza o gita, perché (per fortuna) non abbiamo tutti gli stessi gusti e le stesse esigenze quando si tratta di spostarsi e trascorrere il proprio tempo libero.
Per chi ama la montagna e il contatto con i paesaggi verdeggianti e un po’ misteriosi, questo articolo sull’argomento potrebbe risultare (spero) interessante.
I boschi di Guardiaregia e dintorni sono a pochi chilometri da Campobasso: raggiungerli non è affatto difficile e, per coloro che non hanno confidenza con la montagna, le escursioni organizzate offrono la possibilità di esplorare la zona insieme ad una guida, che conduce i turisti lungo i sentieri alla ricerca dei paesaggi suggestivi. Un’occasione, dunque, anche per socializzare con altre persone accomunate dalla passione per il verde: i boschi di Guardiaregia e Campochiaro sono un patrimonio dell’Oasi WWF, di conseguenza c’è grande attenzione al rispetto del territorio e alla pratica di un turismo sostenibile da parte degli escursionisti.
Quest’area boschiva si estende, a grandi linee, dalle pendici del Monte Mutria (un rilievo della catena del Matese, alto 1823 m.) fin quasi al borgo di Guardiaregia, ed è caratterizzata prevalentemente dalla presenza del faggio, un maestoso albero latifoglie che cresce sui rilevi montuosi a partire dai 700 metri fino a quasi 2000 metri di altitudine.
In particolare, uno dei sentieri dell’oasi (quello che parte dalla fonte Colle Macchio) porta fino a tre faggi secolari, denominati i Tre Frati, che hanno quattrocento anni di età. Su questi maestosi alberi ci sono diverse storie (vere o leggendarie che siano) piuttosto drammatiche risalenti al periodo del brigantaggio. Pare infatti che siano state giustiziate per impiccagione tre persone, una per ogni grande albero. Non è chiaro se fossero tre fratelli rapiti dai briganti, o tre briganti catturati dalla popolazione. In ogni caso, a prescindere da queste storie tristi, degli alberi così datati rappresentano di per sé una sorta di monumento storico del luogo. Nella faggeta è presente anche delle sorgenti, le cui acque scorrono sotto forma di torrente percorrendo questi boschi.
La riserva naturale di Guardiaregia – Campochiaro è di grande interesse scientifico, oltre che naturalistico. Le bellezze nascoste di questo territorio si trovano infatti anche nel sottosuolo: sotto la faggeta sono presenti grotte sotterranee tra loro collegate da tunnel e cunicoli formatisi in seguito a processi geologici, che ormai da decenni sono oggetto di studi e meta di esplorazione da parte degli speleologi. Percorrendo il sentiero dell’Oasi che parte dalla zona di Campochiaro, si può arrivare all’ingresso di Pozzo della Neve, un abisso che si estende per 1048 metri di profondità, e più avanti a quello di Cul di Bove, una stretta cavità attraverso cui si accede ad un’altra grotta profonda 913 metri. I tunnel sotterranei e le loro diramazioni sono esplorati dai professionisti ogni anno alla ricerca di nuovi passaggi. Le esplorazioni possono essere eseguite soltanto in estate, poiché nelle stagioni più piovose alcune cavità si riempiono d’acqua rendendo impossibile proseguire. Per quanto riguarda invece la parte di paesaggio visibile anche ai turisti, è doveroso ricordare la bellezza del canyon del Quirino: questo torrente passa accanto al paese di Guardiaregia, e, nel punto in cui riceve il suo affluente, il Vallone Grande, “si tuffa dalla montagna” formando la Cascata di S. Nicola, per poi continuare a scorrere tra le altissime parteti rocciose. Nel Quirino si immette anche l’affluente Rio Vivo: nel punto in cui i due torrenti si incontrano è stata costruita dall’uomo una diga, che prende il nome di Lago di Arcichiaro, situata ai piedi del bosco dei Tre Frati, poco distante dalla Fonte Colle Macchio. Per avere notizie più approfondite sull’orografia del territorio e sul calendario delle escursioni, si rimanda al sito del WWF dedicato all’area di Guardiaregia e Campochiaro.
Sonia Piano