
università verona chi ha paura dell'AI?
“Chi ha paura dell’Intelligenza Artificiale?“: a volte è la medicina, a volte l’economia, l’industria o la filosofia a porsi e porre la fatidica domanda. Giovedì 27 marzo presso l’Auditorium della Gran Guardia sarà il Dipartimento di Informatica dell’Università di Verona a fornire nuovi argomenti di riflessione in una tavola rotonda con esperti del settore a confronto con la comunità cittadina. Proprio questo lo scopo dell’iniziativa: avvicinare la città alle principali sfide e opportunità legate all’intelligenza artificiale e alle sue implicazioni nella nostra vita quotidiana. Ogni tecnologia, per il suo potenziale di trasformazione, ha suscitato nei secoli curiosità e preoccupazione se non vero e proprio sgomento. L’intelligenza artificiale non fa differenza. Vista da alcuni come la panacea di (quasi) tutti i mali legati all’umano, per i più rimane qualcosa di misterioso e poco conosciuto e pertanto potenzialmente pericoloso, costringendoci ad abbandonare o meglio a ristrutturare la nostra comfort zone. Gli interventi affrontano vari campi, dall’etica nel suo uso, nella consapevolezza, quella sì abbastanza diffusa, dello scarso controllo sulla gestione dei dati, al superamento degli stereotipi di genere nei percorsi STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).
L’appuntamento è alle ore 18:00. Dopo i saluti istituzionali con il
prof. Alessandro Farinelli (Direttore del Dipartimento
di Informatica), la prof.ssa Olivia Guaraldo (Delegata del Magnifico Rettore al
Public Engagement) e il dott. Jacopo Buffolo (Assessore Politiche giovanili
e partecipazione, Pari opportunità, Innovazione, Memoria
Storica e Diritti Umani, Transizione digitale) si passerà al confronto vero e proprio, senza naturalmente la pretesa di eliminare tecnofobia, dubbi e perplessità, con la prof.ssa Maria Paola Bonacina che parlerà di “Intelligenza Artificiale: l’avventura è appena iniziata“. Un monito alla tentazione di onnipotenza laica in “La conoscenza rende impavidi: il ruolo dell’Intelligenza Artificiale in ricerca e sviluppo per società, ambiente e industria” del prof. Vittorio Murino. In chiusura “Come smettere di preoccuparsi e cominciare ad amare l’Intelligenza Artificiale” con il prof. Massimiliano Badino. Alle 19 si apre la tavola rotonda. Superfluo ricordare che in ogni dibattito sull’intelligenza artificiale, una delle questioni centrali è, e rimane, l’impatto che può avere sull’infosfera, ovvero sull’ambiente informazionale digitale in cui anche noi, in quanto “organismi informazionali”, interagiamo. A tal riguardo esplicativo l’intervento del professor Luciano Floridi, oggi direttore del Digital Ethics Center dell’Università di Yale, a margine dell’evento “Orbits – Dialogues with Intelligence”, in particolare l’approfondimento sulle “allucinazioni“.
Non meno affascinante e allo stesso tempo preoccupante l’esito dello studio voluto dall’Università di Pittsburgh sul fenomeno descritto come “più umano dell’umano“. Ai partecipanti è stato chiesto di identificare l’origine di dieci poesie, metà scritte da rinomati poeti e metà generate da GPT-3.5. La ricerca, pubblicata su Scientific Reports, ha rivelato che i lettori non solo faticano a distinguere le poesie generate dall’intelligenza artificiale da quelle di celebri autori come Shakespeare e Dickinson, ma tendono addirittura a preferirle. Detto in parole inequivocabili: “i partecipanti non esperti sono più propensi a giudicare una poesia generata dall’intelligenza artificiale come scritta da un essere umano rispetto a una poesia che in realtà è scritta da un essere umano“. Secondo i ricercatori Brian Porter e Edouard Machery, autori dello studio, la spiegazione potrebbe trovarsi nella maggiore semplicità e accessibilità dei versi generati dall’intelligenza artificiale.
In occasione del convegno in Gran Guardia ci sarà anche la proclamazione delle laureande e laureandi delle Lauree Magistrali.