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Ricordate il Tamagotchi? Quel giochino elettronico giapponese con protagonista una sorta di creatura aliena, un cucciolo dotato di ali, bisognoso di cure continue quotidiane per rimanere in vita?
La stessa necessità di attenzioni, cure e nutrimento caratterizza U-datinos, la piantina artificiale ideata dall’artista e ricercatrice Oriana Persico. Saranno i Custodi dell’acqua, sensibili esseri umani, a mantenerla in vita, alimentandola con dati raccolti dall’Adige. L’idea è nata già qualche anno fa e ha visto la prima sperimentazione nel 2020 a Palermo.
Fino ad ottobre toccherà alla città scaligera partecipare al rituale collettivo di accudimento nell’ambito del progetto Panta Rei, voluto dalla Fondazione Cariverona, che attraverso varie forme di espressione artistica (pittura, scultura, musica, cinema) e scienza, intende sollecitare l’attenzione verso lo stato di salute del fiume e dell’ecosistema nel suo complesso. U-datinos mangia dati raccolti attraverso sensori ed emette suoni e luci, segnale del suo benessere. Quello che chiaramente è un esempio di applicazione di sofisticate tecnologie diventa un percorso di cittadinanza attiva, con gli esseri umani che attenzionano lo stato del fiume attraverso la raccolta continua di informazioni che vengono digerite dalla creatura ed elaborate in nuova conoscenza. Ad ottobre la piantina artificiale sarà esposta al pubblico che attraverso questa forma d’arte moderna potrà accrescere la consapevolezza delle trasformazioni che il fiume subisce attimo dopo attimo. Come il titolo del progetto generale Panta Rei suggerisce, l’acqua scorre e cambia di continuo, agendo contemporaneamente sull’ambiente circostante, modificando anche la morfologia e la percezione della città attraversata dal fiume. E come per l’ecosistema in generale, sarà la sollecitudine degli esseri sensibili all’acqua a dar vita alla creatura, con lo stesso successo, si spera, della prima realizzazione.
Nella città sicula infatti l’installazione è ancora attiva. Ripropone un boschetto di macchia mediterranea cosparsa di luci led a basso consumo lungo il fiume Oreto. Anche lì sedici Custodi (attivisti per l’ambiente) hanno dato voce, attraverso la raccolta di dati, al fiume e all’ambiente in un scambio tra natura, corpi e scienza. L’obiettivo: proporre un nuovo modo di esistere e coesistere nell’ecosistema di cui si registra il battito vitale che dipende dai nostri comportamenti di ogni giorno. Fondamentale la scelta dell’acqua, elemento che per sua natura si trasforma sia a seguito del suo costante movimento sia nei tre stati, liquido, solido e gassoso, fornendo aggiornate istantanee delle ripercussioni delle nostre scelte che possono determinare esiti positivi attraverso la creazione di nuovi rituali collettivi, rispettosi e consapevoli.
Come dimostra la cyberecologista Oriana Persico, la sfida attuale è quella di trovare nuove forme di protagonismo che coinvolgano la collettività per realizzare momenti inclusivi di mobilitazione sociale.