La Fondazione Palazzo Strozzi propone la mostra Anish Kapoor / Untrue Unreal, dallo scorso 7 ottobre e fino al prossimo 4 febbraio del celebre maestro indiano, con la curatela di Arturo Galansino. Nato da padre indiano e da madre ebrea irachena, Anish Kapoor è considerato uno dei più grandi artisti del nostro tempo. A 19 anni, dopo aver studiato elettronica in Israele, si reca in Inghilterra per iscriversi alla scuola d’arte. Un percorso tra installazioni monumentali sia storiche che recenti in cui il visitattore è chiamato a mettere in discussione i propri sensi, mescolando l’irreale (unreal) con l’inverosimile (untrue) e indagando il confine tra vero e falso, plasticità e immaterialità e aprendo le porte alla dimensione dell’impossibile. Affascinato dalle opere di Marcel Duchamp comincia a creare una serie di installazioni che indagano temi come l’androgino, la sessualità, il rito, l’arte povera e realizza la sua prima mostra a Parigi nello studio di Patrice Alexandre nel 1980. Nel 1990 partecipa come rappresentante della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia dove viene premiato. Nel 1991 vince il Turner Prize e inizia a ricevere numerose commissioni sia pubbliche che private. Utilizza vari materiali, – pietra, acciaio, cera e silicone, per creare superfici riflettenti e oggetti dalle forme enigmatiche, coperti da pigmenti coloratissimi che uniscono pieno e vuoto, superfici assorbenti e riflettenti, forme geometriche o biomorfe. Il rosso, assai ricorrente nel suo lavoro, significa per lui passione, sole che tramonta, neve insanguinata dopo una battaglia, ma è soprattutto un riferimento all’interno del corpo umano. Le sue opere sono configurazioni di oggetti che diventano giardini o luoghi che invadono lo spazio espositivo e lo assorbono fino a renderlo parte dell’opera stessa. Un linguaggio visivo il suo che unisce pittura scultura e forme architettoniche. Dalla metà degli anni Novanta comincia ad esplorare il concetto di vuoto, realizzando opere che scompaiono nelle pareti o nel pavimento per destabilizzare la comune percezione del mondo fisico. Nel 2016 ha acquistato in esclusiva i diritti per l’utilizzo in campo artistico del famoso Vantablack, considerato, fino al 2019, il materiale più scuro mai conosciuto, composto da nanotubi di carbonio e capace di assorbire fino al 99% delle radiazioni.
Nel 2006, al Millennium Park di Chicago, è stata inaugurata l’opera Cloud Gate: soprannominata The Bean per la sua forma a fagiolo, è composta da centosessantotto piastre di acciaio inox saldate insieme. La Fondazione Strozzi ospita un uno dei più geniali e innovativi artisti del Ventunesimo secolo. E’ un evento straordinario perchè le sue opere suscitano stupore e inquietudine mettendo in discussione ogni certezza e sollecitando lo spettatore ad accogliere la complessità. www.palazzostrozzi.org