Una porta cerimoniale in ebano e bronzo realizzata da un’antica etnia africana apre il progetto espositivo “Incontri di Mondi Lontani. Dai viaggi d’esplorazione di fine ‘800 alle ricerche di Angelo e Alfredo Castiglioni”, che resterà aperto fino al 1° giugno 2025 presso i Musei Civici Archeologici di Villa Mirabello a Varese, arricchendosi di eventi, incontri e proiezioni. Un percorso che attraversa i secoli e cita l’esperienza di alcuni intrepidi esploratori lombardi per narrare l’avvincente avventura in Africa e Venezuela dei fratelli Alfredo e Angelo Castiglioni. Tutto ebbe inizio con il loro desiderio di conoscenza: giovani studenti universitari partirono per l’Africa in Vespa e, dal Marocco, arrivarono fino ai confini del Senegal. Era il 1957 e, da allora, hanno percorso per 60 anni le strade del grande continente raccogliendo una testimonianza unica, filmando con una telecamera i momenti più importanti della vita delle tribù che incontravano. Sette di queste pellicole – realizzate con grande ingegno tecnico in un contesto difficile – sono oggi visibili nelle sale della mostra, insieme con gli strumenti che le hanno consentite. «Mio padre e mio zio sono partiti animati da una grandissima curiosità, dal desiderio di conoscere popoli diversi e scoprire mondi lontani documentando un’umanità che stava sparendo. – racconta Marco Castiglioni, figlio di Angelo, grande divulgatore e oggi direttore del Museo Castiglioni – Allestendo questa mostra mi ha emozionato ricostruire il percorso fatto da mio padre e mio zio. Nei primi 30 anni di ricerche si sono occupati soprattutto di etno-antropologia e archeologia, per poi passare esclusivamente all’archeologia, perché il mondo che raccontavano era ormai scomparso». La mostra si articola in diverse sale che presentano la storia dei grandi esploratori italiani nell’800. «Allora la ricerca geografica ebbe una rapida accelerazione. – spiega Castiglioni – I principali esploratori noti sono anglosassoni perché l’Inghilterra del tempo era una potenza mondiale grazie alla sua sua flotta navale e alle scoperte archeologiche realizzate. I grandi esploratori italiani non sono invece passati alla storia perché non avevano alle spalle una potenza economica, ma hanno sempre avuto personalità stupefacenti e, con pochi mezzi, seppero fare più di tanti altri. I fratelli Castiglioni lessero gli scritti lasciati dai viaggiatori di cui seguirono le tracce: Giovanni Miani, Carlo Piaggia (che, non essendo andato a scuola, dettò le sue avventure ad Edmondo De Amicis), Gaetano Casati, Vittorio Bottego e anche Giulio Adamoli. Entro le bacheche della mostra di possono vedere gli antichi testi con le sottolineature e gli appunti dei due fratelli. Si entra poi in un’affascinante “wunderkammer”, uno di quei “salotti del collezionista” di tradizione settecentesca che riunivano gli oggetti più strani, esotici e ricchi di simbolismo raccolti dagli esploratori nel corso dei loro viaggi. Quindi si seguono le tracce dei fratelli Castiglioni e si può davvero “vedere” quello che hanno incontrato, custodito e anche “montato” per realizzare dei film che vennero proiettati al cinema e hanno fatto storia per la loro intensità e bellezza. Nelle sale dell’esposizione si incontrano poi le testimonianze delle scoperte archeologiche di Berenice Pancrisia, la città dell’oro dei faraoni, e della meravigliosa Adulis, il vasto sito archeologico affacciato sulle rive del Mar Rosso, in Eritrea. Porto dell’antico Regno di Axum, Adulis è stata ritrovata dai fratelli Castiglioni nel 2011 e oggi ospita le opere di scavi dell’Università Cattolica, del Politecnico di Milano e di importanti atenei di Varese, Napoli, Siena e Roma. Tornando alla mostra di Villa Mirabello, a completare il percorso e a simbolica chiusura di un cerchio del tempo si ammira la copia anastatica del papiro delle miniere di Seti I, considerato la carta geologica più antica dell’umanità e conservato al Museo Egizio di Torino. Il faraone della XVIII dinastia vi aveva segnato tutti i luoghi del deserto ricchi di tesori, tra cui quella Berenice Pancrisia ritrovata da Angelo e Alfredo Castiglioni nel 1989. Un altro sguardo sulla storia dell’uomo. «Il recupero della memoria storica è importante perché racconta l’uomo e ci permette di comprendere culture lontane dalla nostra. – conclude Marco Castiglioni – È su questo che vuole indurre a ragionare il titolo della mostra: “Incontri di mondi lontani”».
“Incontri di Mondi Lontani. Dai viaggi d’esplorazione di fine ‘800 alle ricerche di Angelo e Alfredo Castiglioni” è stata curata da Marco Castiglioni insieme con Sara Conte, Serena Massa, Giovanna Salvioni e con il patrocinio di Ministero degli Affari Esteri, Ambasciata dello Stato di Eritrea, Regione Lombardia e Provincia di Varese.
Chiara Ambrosioni