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Anche l’associazione Bellunesi nel mondo ha partecipato alla Giornata della lingua madre con il progetto “Le lingue del cuore”. L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che la lingua madre plasma l’identità dell’individuo che poi arricchirà e confronterà il patrimonio culturale d’origine attraverso il confronto con altre realtà linguistiche e non solo. Proprio per questo l’obiettivo dichiarato è quello di valorizzare la ricchezza linguistica del territorio bellunese dai dialetti locali alle lingue di coloro che abitano e danno vita oggi al territorio. L’importanza di conoscere il proprio repertorio linguistico e culturale e quindi le proprie radici, come spiegano i promotori dell’incontro, non deriva da una semplice e passiva riproposizione di modi di comunicare e quindi di essere del passato quanto piuttosto di trovare un centro, un punto di equilibrio tra presente e passato attraverso il possesso di repertori “da intendersi non come nostalgico attaccamento alla lingua dei nonni ma come strumenti espressivi insostituibili per costruire in modo solido la propria identità in un’epoca mutevole”. La giornata dedicata al plurilinguismo ha visto il coinvolgimento di adulti, studiosi, insegnanti e bambini, così liberi nel reinventare giocandoci le strutture linguistiche nel percorso stesso di acquisizione. Come nel resto della penisola, anche il territorio della Valbelluna si presenta come ricchissimo di repertori linguistici tradizionali, autoctoni e di nuova provenienza che confrontandosi e contaminandosi quotidianamente danno vita a nuovi modi di percepire e decodificare realtà e rapporti.
Ad aprire la giornata l’evento formativo “Ogni lingua un’identità: repertori plurilingui e costruzione del sé”. “Lingua e dialetto nel repertorio linguistico italiano”, “Riflessioni sul plurilinguismo tra mito e realtà”, “Parlare il Talìan” le tre microaree analizzate negli interventi di Loredana Corrà, Raffaele De Rosa, Paulo Massolini , a cui hanno fatto seguito gli approfondimenti di Susana Benavente Ferrera, Katjusa’ Casagrande, Paola Celentin e Elisa Di Benedetto su “Il plurilinguismo come approccio educativo nei diversi gradi scolastici”, centrati in particolare sulle motivazioni scientifiche alla base dei laboratori e delle iniziative che hanno animato il pomeriggio al Museo Etnografico Dolomiti, a Cesiomaggiore, a cominciare dalla mostra “Tracce di vita. Disegni, parole, memorie dei richiedenti asilo accolti sul territorio bellunese”, dedicata a particolari aspetti delle culture di provenienza dei giovani migranti in provincia, attraverso disegni e file audio. Iniziative anche volte a sensibilizzare i bambini con due laboratori plurilingui: “Anche gli animali parlano lingue diverse?!?” (dai 3 ai 6 anni), per scoprire le onomatopee degli animali nel mondo; “Che strano modo di scrivere!!!” (dai 7 ai 9 anni), per scoprire modi di scrittura diversi. Coinvolti anche studenti del Liceo Dal Piaz di Feltre, protagonisti del reading “L’emozione ha tante voci: dialogo di poesie e musica”’ che ha concluso l’intensa giornata. Ad accompagnare la letture dei componimenti scritti dagli stessi studenti le musiche del MusicLab Limana.
L’iniziativa “Le lingue del cuore” è stata promossa da Isoipse, Associazione Bellunesi nel Mondo, Museo etnografico Dolomiti, Civicamente APS Associazione di Idee, MusicLab, Scuola Penny Wirton-Limana, Gruppo folkloristico di Cesiomaggiore, Cooperativa sociale Integra, Una casa per l’Uomo, con il supporto di Regione Veneto, RetEventi, Provincia di Belluno, Lattebusche, Panificio Andy.