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Cosa cantavano le voci femminili, in particolare le voci di monache, nel Medioevo? Una prima risposta potrà arrivare dal manoscritto del primo Trecento oggi oggetto dell’incontro “Exit Rosa” nell’ambito della rassegna Wunderkammer 2024-2025 del Museo internazionale e biblioteca della Musica di Bologna. Il manoscritto Q.11 è un importante lascito della cultura medievale. Si tratta di un codice di fascicoli sciolti e poi cuciti insieme, 26 carte vergate tra la fine del Duecento e i primi del Trecento. Evidente l’intervento di diverse mani e quindi la mancanza di una visione d’insieme, tant’è che accanto ai canti sono presenti preghiere, note di possesso ed anche una chicca, una formula di guarigione magico-religiosa. Ma l’importanza di questo documento è indubbia, in particolare il secondo fascicolo, composto da sei carte il cui valore artistico e storico deriva anche dal legame con il repertorio dei trovieri e con la tradizione polifonica della scuola di Nõtre-Dame di Parigi. Tra gli autori del manoscritto, per lo più anonimi, si scoprono anche due nomi: Stephanus e Guiduça, che ha coinvolto gli studiosi in una caccia al tesoro partita dalla Francia e approdata a Bologna.
La musicologa e musicista Alessandra Fiori ha partecipato all’iniziativa che si inserisce nella rassegna di incontri ri-Creazioni, le collezioni museali raccontate. Gli esperti di Athena Musica in collaborazione con il Museo della musica sono letteralmente chiamati a ri-creare il volto delle collezioni museali. Quindi anche stasera, dopo il racconto legato al manoscritto, sarà possibile una breve “incursione” nelle collezioni per vedere dal vivo il oggetto dell’incontro. Il visitatore potrà completare l’opera attraverso la sua esperienza, come “ricreazione della mente di chi ascolta, della parte dimenticata del passato che ci appartiene”.
L’ingresso all’evento è gratuito con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti e valida fino a 5 minuti prima dell’evento.