Nei mesi autunnali ed invernali in Val di Cembra, nel Trentino Orientale, si possono notare delle nuvolette che salgono verso l’alto. La fabbricazione della grappa è una tradizione, anche se vietata e soggetta alle accise dei monopoli di stato. La distillazione dagli alambicchi ha lasciato nella tradizione popolare il termine dialettale “lambiccare”, che significa portare avanti con difficoltà la propria vita. La Val di Cembra è percorsa dal torrente Avisio ed è la valle trasversale che unisce la Valle dell’Adige alla Val di Fiemme. Ed è terra di porfido, sul versante sud e vigneti su terrazzamenti arditi, sul versante nord. Ed è conosciuta per aver dato i natali a famosi ciclisti, come Francesco Moser e Gilberto Simoni e, più recentemente, giocatori di curling come il campione olimpico Amos Mosaner.
La repressione della Guardia di Finanza
Tornando alla distillazione della grappa, questa era pratica sopportata nei tempi dell’Impero Austroungarico (fino al 1918), poi è scattata una maggiore repressione e controllo da parte della Guardia di Finanza. Nel secondo dopoguerra la Val di Cembra era ancora una terra di emigrazione e negli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta il contrabbando della grappa rappresentava un’integrazione fondamentale al reddito per le famiglie soprattutto nella sponda nord della valle. Come si scappava al controllo delle guardie? Attraverso un sentiero nei boschi di confine fra le province di Trento a Bolzano e con una discesa ripida (mille metri di dislivello) verso Salorno, dove la grappa poteva essere commerciata vista la presenza di una stazione ferroviaria lungo la linea del Brennero.
La notte dei contrabbandieri con la Rete delle Riserve
Ogni anno a novembre la Rete delle Riserve Cembra Avisio ripropone in senso storico-gastronomico la “Notte dei contrabbandieri”, facendo sperimentare ai partecipanti il “brivido” del percorso notturno fino a Salorno. Appuntamento nel primo pomeriggio a Faver, comune di Altavalle, con un momento introduttivo sulle tecniche ed i prodotti di distillazione a casa di Bruno Pilzer. Breve trasferimento in auto fino a Ponciach e inizio della breve salita fino al Passo Zise. Nel frattempo si assiste ad un breve spettacolo teatrale itinerante a tema contrabbando ed una guida naturalistica spiega le caratteristiche dei boschi. In passato la via era preferita anche dai viandanti, per il fatto di essere molto più sicura delle paludose zone di pianura in fondovalle. Fra i viandanti più famosi ci fu il pittore Albrecht Dürer.
La discesa ed il “vecchio ospedale”
La discesa verso Salorno è estremamente ripida, quasi mille metri di dislivello. Le foglie dei faggi rappresentano un morbido cuscino sul quale camminare e ognitanto rischiano anche di far scivolare. Si passa anche per alcuni masi (gruppi di casa con un’autonoma gestione agricola), uno dei quali ospita i “contrabbandieri” per la cena. Un momento conviviale a base di sapori contadini, come orzetto e salumi.
Prima della mezzanotte c’è ancora tempo per salutare le attrici contrabbandiere, per scendere verso l’abitato di Salorno. Dove nella cantina denominata “vecchio ospedale” si può assaggiare l’ultimo (bicchiere) prima di tornare a casa. Con l’autobus che riporta indietro i contrabbandieri lungo la strada “ufficiale”, 30 km tortuosi per ritornare in Val di Cembra. Ecco perchè a piedi si faceva prima e soprattutto non si dava nell’occhio…