Due eventi da non perdere inaugurano la settimana che si apre a Palermo. “Confini, racconti e crude geografie” è il titolo dell’incontro che si svolgerà domani 27 maggio 2024 alle 16.30, presso l’Aula Sturzo dell’Università di Palermo (Piazza Bologni 8, Palermo) e che vedrà protagoniste tre voci autorevoli del panorama culturale della città in dialogo con Ibrahim Lo, autore del libro “Pane e acqua”, il suo percorso dal Senegal in Libia e poi in Italia:
Marco Picone, professore ordinario di geografia, Università di Palermo
Lisa Caputo, Stop Border Violence
Bandiougou Diawara, Movimento Right2Be
Introducono e moderano: Ippolita Basile e Rachele Boodhoo, studenti del corso di laurea magistrale Midi – Migrazioni, diritti, integrazione.
L’evento, co-organizzato dalle studenti del corso di laurea magistrale Midi (Migrazioni, diritti, integrazione) dell’Università di Palermo, vuole essere una riflessione dialogica e corale sul tema dei confini e delle loro conseguenze sulle vite delle persone. E in sintonia con l’evento anche Martedì 28, presso i Cantieri Culturali alla Zisa, sarà protagonista il prezioso racconto testimonianza di Ibrahim Lo.
I confini sono qualcosa di naturale? E qual è il loro rapporto con la geografia? Dipendono da essa, o piuttosto la modificano e ne modulano la “cruda realtà” in maniera discriminatoria su diversi gruppi di persone? Dove sono i confini nel resoconto di un viaggio, del Viaggio? E quali sono queste geografie che non sono solo crude (perché non mediate dalla facilità, velocità e sicurezza di un universale “diritto” a muoversi) ma addirittura crudeli, perché caratterizzate da una violenza – quella appunto dei confini – che nasce in zone del mondo anche molto lontane rispetto a dove opera, diffondendosi e diramandosi a molti chilometri di distanza? Che fine fa, in tutto ciò, il confine teoricamente tracciato dalla narrazione sui diritti umani? E chi può prendersi la responsabilità di provare a (ri)stabilirlo per renderlo veramente esistente?
Domande forti che interpellano la nostra contemporaneita’ su cui relatori e pubblico si interrogheranno cercando di trovare il filo rosso che le accomuna: “restare umani”. (Marina Di Giorgi)