Alla vigilia dell’80º Anniversario della Liberazione con la mostra “Avevo due paure” i fotografi Paolo Cagnacci e Matteo Cesari (già autori di UNAEZEROQUATTRO- indagine visiva sulla strage Georgofili) con il regista Theo Putzu, hanno deciso attraverso i loro obiettivi di raccontare la Resistenza partigiana, perché la storia non è solo quella scritta nei libri . La mostra è curata da Paolo Cagnacci e Irene Alison ed è stata organizzata in collaborazione con Forma Edizioni e l’Associazione Info Firenze con il contributo di Fondazione CR Firenze. La rassegna è un viaggio nello spazio e nel tempo per preservare e coltivare un’eredità ancora fertile che fu un insieme di movimenti politici e militari, un’opera di guerriglia, una lotta clandestina in cui rischiarono e spesso persero la vita donne e uomini provenienti da diverse ideologiche e da differenti ceti sociali uniti dalla comune causa di liberare l’Italia dall’occupazione nazifascista. La potenza evocativa delle fotografie scattate a frammenti di oggetti e a luoghi legati alle stragi di popolazioni inermi, rimettono insieme le pagine di un libro visivo che ricostruisce la vita di quella stagione.
C’è la lapide del partigiano Russo, l’elmetto con la stella rossa della Brigata Garibaldi, appartenuto a un soldato che dopo l’8 settembre si era unito alla Resistenza, un filo di ferro usato per legare i polsi a un partigiano condannato a morte dai nazisti, un rifugio in montagna, un tesserino di riconoscimento, un mitragliatore inglese che riemerge dal buio. La memoria resta viva grazie anche alle testimonianze video di Theo Putzu di alcuni partigiani, per ricomporre un quadro d’insieme di quello che è stata la resistenza anche se oggi restano assenze, vuoti e inevitabili cancellature del tempo. Avevo due paure prende il titolo dai versi scritti da uno dei partigiani intervistati di nome Giuseppe Colzani:una di uccidere e una di essere ucciso. I video sono stati realizzati grazie al supporto di Banca Ifigest e Unicoop Firenze.