
Didier Barra e la Napoli del Seicento

Il panorama artistico napoletano del primo Seicento si arricchisce di un nuovo capitolo, grazie all’esposizione “Didier Barra e l’immagine di Napoli nel primo Seicento”, curata da Pierluigi Leone de Castris e ospitata presso la Certosa e Museo di San Martino. Dal 22 gennaio al 19 aprile 2025, i visitatori potranno immergersi in un percorso espositivo che unisce il racconto urbanistico della città al genio creativo di uno dei protagonisti della pittura vedutistica dell’epoca.
Un contesto storico e culturale inedito
Il Seicento a Napoli rappresenta un periodo di grande fermento culturale e artistico, segnato da importanti scambi tra artisti e intellettuali, spesso provenienti dall’estero. Al centro della mostra vi è Didier Barra, un pittore attivo nella città dal 1619 al 1656, il cui lavoro ha contribuito a definire un genere di vedute che, fino ad allora, aveva suscitato notevoli difficoltà di attribuzione. L’esposizione si propone di chiarire, almeno in parte, l’enigma che da tempo ha afflitto studiosi e critici, un enigma che Raffaello Causa definì “l’enigma Monsù Desiderio” nel 1956.
La doppia anima della mostra
L’allestimento, collocato all’interno della sezione “Immagini e memorie” del Museo di San Martino, si sviluppa su due livelli fondamentali:
- La rinascita della veduta napoletana: La mostra si sofferma sulle vedute dipinte su tela, tanto apprezzate dalla committenza aristocratica dell’epoca, e che oggi costituiscono testimonianze preziose della Napoli seicentesca. Queste opere, il cui valore risiede tanto nell’estetica quanto nel documento storico, illustrano l’evoluzione urbanistica della città, i suoi quartieri, le strade, le chiese e i castelli, confermando Napoli come un porto mediterraneo di rilievo e la capitale del Viceregno spagnolo.
- Il dialogo tra cartografia e pittura: Oltre alle opere pittoriche, l’esposizione mette in luce documenti cartografici e incisioni di straordinaria fattura, tra cui spicca la rara cartografia di Alessandro Baratta (1627-29). Questi reperti, insieme alle opere sinora attribuite alla bottega dei pittori lorenesi di Metz, offrono una visione complessa e stratificata dell’immagine della città, sottolineando il ruolo fondamentale degli scambi culturali e artistici tra artisti italiani ed esteri.

Un contributo fondamentale allo studio di un’epoca
La ricerca e la rinnovata attenzione nei confronti della figura di Didier Barra rappresentano non solo un’importante riscoperta storica, ma anche un invito a rivalutare il ruolo dei collegamenti internazionali che hanno caratterizzato Napoli nel Seicento. Documenti recentemente emersi, opere firmate e dipinti precedentemente ignorati dalle grandi cronache artistiche contribuiscono oggi a ritrarre un artista complesso e poliedrico, capace di dialogare con i maggiori incisori e cartografi attivi sul territorio partenopeo.
Conclusioni e invito alla visita
“Didier Barra e l’immagine di Napoli nel primo Seicento” si configura, dunque, come una mostra imprescindibile per chi desidera approfondire il legame tra arte, urbanistica e storia. La Certosa e Museo di San Martino, con la sua atmosfera intrisa di memoria e prestigio, diventa il palcoscenico ideale per un viaggio nella Napoli di un tempo, dove ogni tela e ogni documento raccontano una città in continua evoluzione.
La mostra è accessibile con il pass campania>artecard, e rappresenta un’occasione imperdibile per storici dell’arte, studiosi e appassionati di cultura, invogliati a scoprire un aspetto meno noto ma estremamente affascinante della storia napoletana.
Con uno sguardo critico e attento, questo evento conferma come il dialogo tra passato e presente possa arricchire il nostro sapere, permettendo di comprendere non solo le radici artistiche di Napoli, ma anche la complessità delle influenze che ne hanno forgiato l’identità.
Mario Conforto