Pisa – Quattromila metri quadrati di superfici dipinte, 15 autori italiani e stranieri, 25 opere diffuse. Chi visita Pisa non può fare a meno di vedere il più esteso museo a cielo aperto dedicato all’arte urbana in Italia.
Nella città che ha ospitato Keith Haring e custodisce il suo ultimo murale – Tuttomondo – una nuova generazione di artisti ha dato vita nel corso del tempo a una serie di opere diffuse tra il centro cittadino, la Darsena e il quartiere di Porta a Mare. Un intervento complesso, che ha potuto contare fin dall’inizio sulla regia dell’associazione Start Attitude e del suo fondatore Gian Guido Grassi.
Il museo a cielo aperto di arte urbana, appena inaugurato, si presenta oggi con un nuovo itinerario, da percorrere a piedi o in bici, per conoscere passato e presente della città della Torre pendente e di una forma d’arte in costante evoluzione.
L’esposizione si snoda tra il murale di Kobra in via Silvio Pellico, alle porte del centro storico e pochi passi da Tuttomondo di Keith Haring, fino alla Darsena, comprendendo i piloni della strada di grande comunicazione Firenze-Pisa-Livorno, diventati oggetto di interventi artistici.
La storia
Tutto è cominciato nel 2017 con la realizzazione del primo ciclo di murales nel quartiere di Porta a Mare, a cura di alcuni tra i più quotati street artist italiani, chiamati a ridipingere un quartiere di Pisa in cui si trova ancora traccia della sua anima di Repubblica Marinara. Ospite internazionale di quella prima edizione, Gaia, autore all’epoca di un’opera di grandi dimensioni sulle pareti esterne dell’azienda Saint Gobain, colosso multinazionale dell’edilizia sostenibile con sede operativa a Pisa. A coordinare l’operazione il giovane curatore Gian Guido Grassi, in grado di catalizzare in due anni di manifestazione (2017 e 2018) artisti come Ozmo, Zed1, Etnik, Fra32, Aris, Moneyless, Tellas, Alberonero, Beast, Rusto, AEC Interesni Kazki, IMOs.
Sul finire del 2023 la prima edizione del Festival della Strada, tra le sale di Palazzo Blu, la Chiesa di Santa Maria della Spina e la strada, appunto, dove gli artisti coinvolti hanno trovato ciascuno la propria “tela”. Kobra – una celebrità in Brasile, noto in tutto il mondo per le opere di grandi dimensioni dai colori sgargianti e i temi sociali – ha realizzato, sui muri del Centro Maccarrone, uno dei murales più ampi in Italia, ispirandosi alle scoperte di Galileo Galilei e all’indole di Pisa come città della scienza, dell’innovazione, avamposto nelle esplorazioni (per mare e per cielo).
Moneyless, Etnik, Zed1, Aris, Gio Pistone, Massimo Sospetto – coinvolti nel festival insieme al portoghese Gonzalo Borondo e al pioniere dell’astrattismo muralista in Italia, 108 – hanno aggiunto pezzi prestigiosi alla collezione di murales nel quartiere di Porta a Mare.
Il museo è nato anche grazie al sostegno del Consiglio della Regione Toscana, Provincia e Comune di Pisa, Fondazione Pisa e Fondazione Palazzo Blu.