Il libro di vetta ha una lunga storia. Già nell’Ottocento i primi alpinisti lasciavano sulle cime dolomitiche i propri biglietti da visita all’interno di bottiglie di vetro, per testimoniare la loro ascensione. È affascinante sfogliare quelle antiche pagine e scorgere le firme di nomi illustri che hanno fatto la storia di queste montagne di corallo, poter leggere le loro parole e ammirare la loro precisa calligrafia.
Si pensi che il più antico libro di vetta delle Dolomiti riporta la prima data del 1878 ed era sulla Pala di San Martino, una tra le più note e spettacolari cime dolomitiche trentine, quando vi arrivarono su la storica guida alpina Michele Bettega, Julius Meurer, Alfredo Pallavicini, Arcangelo Dimai e Santo Siorpaes attraverso il versante nord, un itinerario oggi abbandonato.
La riscoperta ha dato la spinta ai volontari della Società Alpinisti Tridentini (Sat) sezione di Primiero assieme al gruppo guide alpine Aquile di San Martino di Castrozza e Primiero e l’Azienda per il Turismo per riportare in auge una tradizione che al giorno d’oggi si è un po’ persa, spesso sostituita da foto scattate con i cellulari per essere condivise sui social.
Ora, l’originale iniziativa dei “libri di vetta” continua: portare su una ventina di cime dolomitiche tra le Pale di San Martino e il Lagorai dei nuovi e resistenti contenitori in acciaio anti intemperie pronti a proteggere e conservare nel tempo ricordi e riflessioni degli alpinisti che raggiungono le vette.
Nei giorni scorsi, la Sat sezione di Primiero è arrivata nella Valle del Vanoi, sulla catena del Lagorai, a cima Folga e sul Cauriol, due cime iconiche con un passato storico legato alla Grande Guerra, lasciando nella scatoletta rinforzata e costruita per durare a lungo un messaggio di benvenuto, con l’invito a lasciare un ricordo del passaggio, come una firma, un disegno, un pensiero o ciò che la fantasia suggerisce davanti ad uno spettacolo naturale che sa emozionare anche cuori di pietra.
A fine luglio, la prima posa: è stato riportato il libro di vetta su Cima Corona. È stato un momento simbolico per celebrare e riflettere sull’importanza della cultura in montagna.
Le altre vette che saranno interessate sono la Vezzana, il Cimon della Pala, il Dente del Cimone, i Bureloni, la Pala di San Martino, il Campanile Pradidali, le cime Immink, Madonna, Wilma, Canali, dei Lastei, del Coro, il Sass Maor, il Mulaz, la Val di Roda, l’Ostio, l’Ortiga, la Pala del Rifugio, tutte cime dolomitiche della catena delle Pale di San Martino.