Ma per fortuna c’è il Giro d’Italia che passa domani sotto casa mia. Mercoledì 25 maggio 2022 il Giro d’Italia di ciclismo proporrà una delle tappe di montagna decisive nella zona dei laghi di Levico e Caldonazzo. Il 24 maggio i campioni del ciclismo internazionale faranno la salita del Mortirolo per arrivare quindi all’Aprica. Mentre il 25 da gustare una tappa quasi al 100% trentina. Si parte da Ponte di Legno e dopo lo scollinamento sul Passo del Tonale si scende verso la città di Trento seguendo il fiume Noce. A differenza degli Europei di ciclismo di settembre non si toccherà la città capoluogo ma all’altezza di San Michele all’Adige, svolta a sinistra. Si passerà vicino all’Istituto agrario, oggi Fondazione Mach dove si studia l’agricoltura dai 14 anni fino alla fine dell’Università e si salgono un po’ pochi tornanti per arrivare a Palù di Giovo, che vuol dire Aldo-Enzo-Francesco-Moreno Moser e Gilberto Simoni. Un pezzo di Val di Cembra e quindi si scavalca l’Avisio e si va in Valsugana. Per sgranchirsi bene le gambe si sale a Vetriolo.
Qui c’è un video d’annata sulla cronoscalata con auto inizio anni Novanta. Ma i ciclisti se la fanno fino a Vetriolo, zona termale. Acque arsenicalferruginose. Si ridiscende in valle quindi passando per Levico Terme e Caldonazzo.
A Caldonazzo svolta secca e spettacolo. La salita del Menador, detta anche Kaiserjägerstrasse
Era la strada costruita ai tempi dell’Impero Austroungarico per raggiungere gli Altipiani Cimbri, il fronte durante la Prima Guerra Mondiale. Caldonazzo, Levico così come quasi tutto il Trentino facevano parte fino al 1918 dell’Impero Austroungarico. Il nome originale è Kaiserjägerstrasse, la strada dei cacciatori dell’Imperatore, l’esercito del Cecco Beppe. Menador è colui il quale mena, quello che conduce. Il bestiame evidentemente. Ma le pecorelle del Giro d’Italia già fra il primo ed il terzo km della salita non saranno più un gruppone. Arriverà la selezione. Due km, durissimi, in mezzo al bosco. Poi si svolta a destra e c’è lo spettacolo panoramico: tornanti, belvederi, rocce a strapiombo, gallerie scavate praticamente a “pic e badil”, picco e badile.
Arrivati quasi in cima i fedelissimi del Cecco Beppe hanno di nuovo tracciato una riga più o meno dritta. Il terzultimo e il penultimo km della salita infatti saranno quelli decisivi per la tappa. Se ne hai vai via e stacchi gli altri, altrimenti padellone dietro e stai lì buono finchè finisce. Dal culmine del Menador ci sono ancora 8 km fino al traguardo, ma sono in falsopiano/discesa.