Come ogni anno, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il Museo Novecento di Firenze ha organizzato un progetto speciale nell’intento di rendere questa celebrazione ancor più attuale, oltre che simbolica, coinvolgendo autrici contemporanee e ribadendo l’importanza di un impegno sociale, politico e culturale contro ogni tipo di violenza e discriminazione di genere.
Quest’anno il progetto ha coinvolto la storica e cantautrice Letizia Fuochi che ha presentato un evento live, dal titolo Quello che tu chiami amore, nella Sala Cinema del Museo Novecento. Nell’occasione è stata esposta l’opera, proveniente dai depositi delle collezioni civiche, Fiori Secchi di Antonietta Raphaël Mafai (Kaunas, 29 luglio 1895 – Roma, 5 settembre 1975), artista lituana, madre della giornalista e scrittrice Miriam Mafai. .
“Si rinnova l’impegno del Museo Novecento sul tema della lotta alla violenza sulle donne in occasione della Giornata internazionale del 25 novembre – ha affermato la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini -. Coinvolgere autrici contemporanee, aggiunge una prospettiva attuale e preziosa a questa lotta, che sottolinea l’importanza di un impegno sociale, politico e culturale condiviso. Un’iniziativa che contribuisce a sensibilizzare tutto il pubblico sull’oltraggio insopportabile rappresentato dalla violenza sulle donne, che mina i fondamenti stessi della dignità umana. La violenza di genere non è solo un problema delle donne, ma una sfida che richiede la partecipazione di tutta la comunità attraverso un lavoro di costruzione della coscienza che deve essere quotidiano, costante e senza sosta per creare una società in cui le donne possano davvero vivere libere dalla paura”.
Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento, ha aggiunto che “la violenza sulle donne mette alla prova la tenuta della nostra civiltà democratica e sotto accusa i comportamenti, i gesti e tutte le espressioni che ledono moralmente e fisicamente la dignità umana ponendosi contro il rispetto della vita e della libertà delle donne. Per affrontare questa drammatica involuzione abbiamo bisogno di tanta arte e poesia, di nuove parole e immaginazioni, cioè di rendere la nostra umanità sempre più sensibile e consapevole, finalmente liberata dai miti della virilità e del machismo, che portano tanti maschi a essere governati da un’idea di potere e di possesso. In questa giornata, Il Museo Novecento, come luogo della sensibilità e della riflessione sul mondo contemporaneo, non può esimersi dall’essere con le donne e contro ogni forma di violenza perpetrata su di esse, senza dimenticare che si tratta di una battaglia che dovrà continuare fino a quando questa brutalità non si sarà estinta.”
“In Messico – ha spiegato Letizia Fuochi – raccontano che le donne portino in sé la Luz de la vida: dalla profondità del corpo, della mente e dell’anima, cresce in loro una voce antica e nera, l’istinto della conoscenza. Ho voluto raccogliere voci e canzoni di personalità tenaci, testarde, visionarie, appassionate e resistenti che hanno agito in nome del riscatto. Da Gerda Taro a Gilda Larocca, da Maria di Nazaret a Chavela Vargas, da Frida Kahlo a Michela Murgia, un filo rosso atemporale unisce senza distanze e senza contraddizioni, donne segnate dallo stesso coraggio e dal medesimo destino”.
La voce di Letizia Fuochi continuerà a risuonare nella sala cinema del Museo Novecento anche dopo l’evento del 25 novembre, trasformando lo spazio in un luogo di riflessione.
Fino al 10 dicembre l’opera Fiori Secchi di Antonietta Raphaël Mafai resterà esposta, accompagnata eccezionalmente da un nuovo episodio del podcast Labirinto 900, curato dalla Fuochi, che esplorerà il significato e l’importanza di celebrare il 25 novembre rinnegando qualsiasi tipo di violenza e discriminazione agita in nome dell’amore.
La giornata è stata dedicata a Giulia Cecchettin e a tutte le donne vittime di violenza.