Un catalogo, a cura di Silvia Nonnato, che attraversa i momenti salienti – umani e professionali – della vita di uno storico montatore, una mostra, organizzata dall’’Associazione culturale Chelu e Mare di Tiziana Biscu con la supervisione di Fabio Alescio, celebra l’amicizia e l’avventura professionale di due illustri nomi della cinematografia. Questa è La Dolce Vita di Federico Fellini e Leo Catozzo: tra sogno, magia e realtà, un’iniziativa in corso a Palazzo Ruspoli di Nemi fino al 13 novembre, realizzata con il contributo della Regione Lazio e il patrocinio del Comune di Nemi, che mira a far conoscere uno spaccato cinematografico pubblico e privato attraverso una serie di documenti rari e inediti che hanno caratterizzato un percorso di vita umano e professionale del regista e del suo montatore.
Il percorso espositivo ripercorre le tappe fondamentali nella relazione tra i due: in mostra oggetti mostrati in pubblico per la prima volta, come la moviola originale Steenbeck dove furono realizzati i principali capolavori felliniani, alcuni modelli della famosa “pressa Cabiria” che valse a Catozzo l’Oscar “Technical Achievement Award” nel 1990 e disegni caricaturali firmati da Fellini in contesti diversificati, oltre ad una tela ad olio originale di Fellini che immortala l’amico in forma grottesca, un video, che spiega il valore dell’intuizione della pressa che rivoluzionò il montaggio cinematografico e e pannelli con immagini ed epistolari contestualizzati storicamente firmati dalla stessa Nonnato, il cui libro, reperibile online A QUESTO LINK, fu pubblicato in occasione del centenario felliniano ed è stato presentato al pubblico in occasione dell’inaugurazione di questa esposizione.
Il volume, incentrato sulla figura di Leo Catozzo, ricostruisce di fatto la sua significativa esperienza con Fellini ma al contempo permette di conoscere e riscoprire un passato di creazione, pensiero critico e innovazione nel backstage della lavorazione di un film: “Tramite una ricerca di archivio – ricorda la Nonnato – ho avuto la possibilità di consultare fotografie private e carteggi inediti attraverso i quali ho ripercorso la vita, privata e professionale, di un personaggio che è stato ineccepibilmente e strategicamente funzionale alla riuscita di molti film di successo. Tale studio, che mi ha permesso di recuperare storie e aneddoti nel gioco sinergico di squadra tra il regista riminese e il suo fidato montatore, ha avuto il suo incipit ad Adria, città originaria di Catozzo, da cui provengo anch’io, e a Santa Severa, nel luo
go degli stabilimenti della fatidica pressa incollatrice, e dove Alberto Catozzo, figlio di Leo, vive e conserva la sua illuminante documentazione di famiglia.”
Alberto Catozzo, a cui si devono molte delle “chicche” presenti in mostra e tuttora titolare della CIR (Costruzioni Incollatrici Rapide) che rese il brevetto celebre e la pressa richiestissima in tutto il mondo, ricorda come la relazione tra il padre e Federico Fellini fu sempre tanto goliardica quanto costruttiva nei momenti più delicati dello sviluppo visivo e narrativo di un film. Oltre a Fellini, Leo Catozzo – che iniziò la sua carriera con Mario Mattoli, col quale realizzò quasi una ventina di pellicole – lavorò con altri maestri del cinema italiano e internazionale, tra cui Mario Soldati, King Vidor, Raffaello Matarazzo, René Clement, Mario Camerini e Alberto Lattuada.
La mostra La Dolce Vita di Federico Fellini e Leo Catozzo: tra sogno, magia e realtà resterà aperta nel fine settimana, fino al 13 novembre, con orario 14:30 / 18:30 (venerdì) e 10:00 / 13:00 – 15:00 / 18:00 sabato e domenica. Ingresso libero a tutti.