Questa frase del compositore Gustav Mahler è la dedica iniziale del libro “Rasa – sonda – bonmaistro”, edito dall’Ecomuseo del Lagorai e scritto da Linda Martinello, naturalista della Valsugana (Trentino). La “rasa” è la resina dell’abete rosso, la “sonda” rappresenta l'”unto”, prodotto del maiale. Il bonmaistro infine è l’assenzio, che prima di arrivare nel celebre quadro di Degas è una delle erbe che si raccolgono sui muretti alpini.
Martinello ha presentato il suo libro a Telve, alle pendici del Lagorai, il 9 dicembre 2024. Un lavoro di più di due anni, sia di ricerca in archivi storici che soprattutto di ricerca nel sapere popolare, quello custodito dalle famiglie e non sempre messo nero su bianco. L’autrice è andata a raccogliere delle interviste fra le case di riposo di Borgo Valsugana, Pieve Tesino, Roncegno. Ma interessante è stato anche l’effetto “palla di neve”: sempre più persone hanno voluto contattare l’autrice per narrare dei propri preprarati, finchè si è deciso di mettere un punto altrimenti la pubblicazione non sarebbe mai arrivata a termine. All’interno del testo ci sono anche personaggi significativi come il botanico padre Atanasio Cristofori di Grauno in valle di Cembra, che nel 1885 scrisse un testo miliare per quel che riguarda piante ed erbe officinali. Si parla quindi anche della “rioma”, magagna misteriosa rimasta impressa nel linguaggio delle genti trentine, un misto di ansia, confusione, ipocondria.
Le famiglie avevano un proprio “onto santo” per un quantomai semplice motivo: i prodotti farmaceutici di un secolo fa non erano alla portata di tutti. Negli anni Venti del diciannovesimo secolo per esempio il farmacista di Borgo Valsugana, il centro maggiore della zona, lungo la strada che da Trento porta a Bassano-Padova-Venezia, quando vedeva persone che abitavano i paesi di media montagna chiedeva sempre loro di portare con sè qualche prodotto del bosco. Gli unguenti a base di resina partivano sempre dalla triade delle piante simbolo dei boschi trentini: abete rosso, abete bianco, larice. I rimedi da ricercare erano i più vari: tosse, raffreddamenti, bisogno di depurazione e digestione. Quindi si cercavano anche ricostituenti, calmanti, rimedi in caso di punture ed anche rimedi per gli animali. Tipico di quasi tutte le famiglie anche l’oleolito di iperico, fiore caratteristico bucherellato, rimedio assoluto contro le scottature. Tanto che Linda ha visto delle anziane benedire i vasetti di iperico, con un senso di gratitudine per un prodotto tanto prezioso. Per chi volesse avvicinarsi a questo mondo sono tre i consigli per l’autoproduzione: oltre all’iperico c’è la crema alla calendula facilmente realizzabile ed il succo di licheni, rimedio contro la tosse.
L’invito dell’autrice è quello comunque di raccogliere il giusto, non troppo, per lasciare che ci sia possibilità per tutti di raccogliere liberamente nei boschi. Ed un invito a non esagerare con le concimazioni, per non perdere le grandi possibilità date dalla biodiversità. Per maggiori informazioni sulle attività dell’Ecomuseo del Lagorai ed acquistare il libro il sito da visitare è https://www.ecomuseolagorai.eu/ .