Venerdì 12 gennaio 2024 alle ore 21,00, presso il teatro dell’oratorio della Parrocchia San Giovanni Bosco a Bologna, nell’ambito della rassegna culturale Scrivi che ti passa…, Fabio Franci ha presentato il libro L’Angelo in bicicletta: Don Giovanni Fornasini (pp 266, Independently published Amazon, € 10,40 la versione cartacea e € 5,00 quella eBook).
È stata una serata di memoria – collettiva e, per alcuni partecipanti, anche personale – del parroco di Sperticano (BO) beatificato il 26 settembre 2021 che, a 29 anni e dopo soli 2 anni di sacerdozio, il 13 ottobre 1944 venne massacrato dalle forze naziste in quanto divenuto scomodo testimone.
La sua morte rientra in una fitta serie di barbarie messe in atto dalle SS dalla primavera all’ottobre 1944, tutte ricondotte a quella che fu denominata “Strage di Marzabotto”; riconosciuta, in séguito, come il più grave crimine di guerra contro l’umanità compiuto verso la popolazione civile, perpetrato dalla Germania Nazista nell’Europa occidentale durante la Seconda Guerra Mondiale.
La serata – che, oltre all’autore, ha visto la partecipazione di Gianluca Luccarini, Presidente dell’Associazione delle Famiglie delle Vittime dell’Eccidio di Marzabotto, nonché delle nipoti Caterina e Giovanna Fornasini – è iniziata con il ricordo di Ferruccio Laffi, superstite dell’eccidio in questione e mancato il 10 gennaio scorso a 95 anni.
Grazie all’intervento di Luccarini si è parlato innanzitutto dell’Associazione delle Famiglie delle Vittime dell’Eccidio di Marzabotto e del contesto storico e geo-politico in cui operò Don Giovanni Fornasini.
Franci ha poi parlato del fondamentale – tanto da inserirlo nel titolo dell’opera – ruolo che la bicicletta ebbe per il parroco, nella sua costante caparbietà di andare in soccorso delle persone che gli chiedevano aiuto; come, del resto, risultante dalle testimonianze di chi lo conobbe, commentate nel corso dell’evento.
L’autore ha poi raccontato qualche episodio di rilievo in cui Don Fornasini si rese protagonista: primo fra tutti quello in cui, nella sua incessante offerta ai tedeschi della propria vita in cambio di quella altrui e nella continua opera di mediazione con le forze naziste, scortò le SS alla ricerca dei partigiani.
Si è inoltre lungamente parlato delle molteplici accuse rivolte al parroco di appartenere al movimento partigiano; accuse smentite perfino da Giovanni Rossi, vicecomandante della Brigata Partigiana Stella Rossa, attiva nell’area di Monte Sole dal novembre 1943 e smantellata dalle forze naziste comandate dal Maggiore Walter Reder tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 a Marzabotto, Grizzana, Vado di Monzuno. Nonostante questo, decenni più tardi, in giugno 1987, sulla lapide di Don Fornasini venne incisa – curiosamente a notte fonda e non alla luce del sole – la parola “partigiano”.
Dopo una completa panoramica – resa da Franci – sulla vita e sulla morte del beato è intervenuta Caterina Fornasini, figlia del fratello di Giovanni, che all’epoca dei fatti aveva 6 anni; nonché autrice di una toccante prefazione al libro L’Angelo in bicicletta: Don Giovanni Fornasini. Durante il suo lungo intervento in teatro l’emozione è stata palpabile: la sua commossa testimonianza di quei terribili fatti occorsi in casa propria, dei ricordi nitidi di alcuni particolari dello zio, dell’impatto emotivo che la sua morte ebbe sull’intera famiglia, in particolare su sua nonna – madre di Don Giovanni – e su suo padre – fratello – hanno fatto calare un silenzio intriso di rispetto e di dolore.
In ultimo, Caterina Fornasini ha ricordato l’emozione provata il 2 giugno 1951: giorno in cui, durante una solenne cerimonia, Maria Guccini, madre di Don Fornasini, ricevette la Medaglia d’Oro al Valore Militare, conferita al figlio con decreto del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi e su proposta ufficiale del Presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi, di cui è stata letta la motivazione.