Il 7 novembre scorso è stato pubblicato il libro L’educazione dei maschi (pp. 181, casa editrice Minerva, € 16,90) di Federica Benassi. Se il titolo può indurre a pensare a una lettura rivolta soprattutto ai genitori di figli di genere maschile il sottotitolo non lascia spazio a fraintendimenti: Per un mondo senza femminicidi. Per le generazioni di domani, più giuste e più uguali.
Un testo, dunque, per una platea omnicomprensiva – genitori, figli e figlie di ogni età, educatori – che desiderano indagare, insieme all’autrice, il fenomeno della sempre più crescente e allarmante violenza che, rispetto al passato, viene commessa con un’efferatezza e freddezza mai viste prima.
Fra i tanti temi affrontati, la Benassi analizza la genesi degli svariati comportamenti che portano alle scene delittuose che stanno diventando il macabro reiterato copione di un film che nessuno di noi vorrebbe mai più vedere.
È del 25 novembre scorso la notizia dell’ergastolo inflitto ad Alessandro Impagnatiello per il brutale omicidio di Giulia Tramontano, che portava in grembo il loro figlio che sarebbe nato di lì a un paio di mesi. Il 3 dicembre scorso Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo per aver massacrato la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin: è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking. Il tutto nei confronti della ragazza che diceva di amare.
Sono solo due dei casi di studio analizzati nel libro che prende in causa, tra l’altro, l’ipotesi genetica, il narcisismo e l’assenza di empatia.
Dopo aver evocato lo spettro del patriarcato come concausa di alcuni eventi delittuosi verso il genere femminile, Benassi prende in esame anche la crisi di identità di cui, sempre più spesso, cadono vittime i soggetti che poi commettono questo tipo di crimini.
Sotto la lente di ingrandimento anche la trasformazione nel tempo del modello di famiglia, sempre più spesso “allargata” o formata da un solo genitore; e con sempre meno figli al suo interno.
Viene quindi documentata la necessità che questo legame non sia soltanto di sangue ma anche di intenti; che torni ad essere un luogo in cui i genitori esprimono liberamente la loro autorevolezza – ben differente dal concetto di autorità – verso i loro figli; non un tribunale in cui questi ultimi non si sentono a loro agio, vessati da continui interrogatori da parte di mamma e papà.
Il sabato precedente al 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il libro è stato presentato ufficialmente presso la libreria Ubik di Bologna.
L’evento, molto partecipato e non soltanto da un pubblico femminile, ha costituito anche un’occasione di scambio con domande e risposte su tematiche che devono farci riflettere seriamente.
Benassi ha presentato nuovamente il libro al teatro-sala polivalente dell’oratorio San Giovanni Bosco a Bologna, lo scorso 17 gennaio.
In entrambe le location eravamo presenti anche noi e non abbiamo fatto mancare il nostro contributo attraverso la lettura di alcuni brani significativi, che hanno meglio permesso all’autrice di approfondire i temi anche mediante il racconto di casi concreti da lei incontrati nella sua professione.
Oltre ad essere l’autrice del libro in questione, infatti, Federica Benassi è counselor e imprenditrice esperta di comunicazione e relazione nella famiglia: tiene corsi e seminari nelle scuole, indirizzati a genitori e insegnanti. Insieme a una socia gestisce inoltre – da ben tre decenni – un asilo nido.
Nel nostro podcast vi proponiamo una breve intervista. Buon ascolto!