I limiti del pensiero ci convincono dell’impossibilità di avere risposte universali persuasive a tutti i livelli a domande che non riguardano solo l’ambito umano, ma si estendono ben oltre il suo orizzonte. Ci si interroga sul senso del bene e del male, sul perché della vita nell’universo, sul nostro pianeta. E poi, perché nel mondo ci sono violenze inaudite compiute da una umanità che riceve vita dalla stessa terra da tutti calpestata? Perché la fatica, la gioia? L’umanità vuole e attende risposte.
Il naturale desiderio di sapere la verità su noi stessi, ci spinge a cercare risposte interessanti e coinvolgenti. Le strade senza confini della letteratura, della poesia, della filosofia, i capolavori della mistica – eredità ricevuta dai grandi Maestri di ogni tempo – ci possono già far sentire meno soli. Essi, di ogni fede e cultura, hanno vissuto e descritto in mille modi il nostro stesso dramma, forse hanno conosciuto ben più di noi lo sgomento e il naufragio. Altri ancora ci hanno svelato la misteriosa, ineffabile Meta che accende nell’umanità la speranza di trovare il Senso di tutto. In ultima analisi si percepisce che c’è un Mistero che tutto avvolge.
La beatitudine da loro sperimentata, il linguaggio sempre attuale – perché reso chiaro dal riferimento all’esperienza concreta – può farsi viatico sostanziale per l’uomo pellegrino, non vagabondo.
Dormivo e sognavo
che la vita non era
che gioia.
Mi svegliai e vidi
che la vita non era
che servizio.
Mi svegliai e vidi
che il servizio non era
che gioia! (Tagore)