SIENA – Una mostra da non perdere. Per chi è appassionato di fotografia e reportage d’autore, ma anche per chi vuole calarsi visivamente in una situazione storica irripetibile, quella che vide la liberazione della Città del Palio ad opera degli Alleati. Si tratta della rassegna dal titolo: “Carl Mydans: un gigante della fotografia nella Siena liberata”, a cura di Luca Betti, aperta al pubblico nella Sala degli Specchi dell’Accademia dei Rozzi di Siena, in via di Città, al civico 36.
Carl Mydans è stato un fotografo americano che ha lavorato per la Farm Security Administration e il magazine Life. Mydans si dedicò alla fotografia mentre era al college della Boston University. Mentre lavorava al Boston University News come studente universitario, i suoi lavori da reporter furono pubblicati sul Boston Globe e sul Boston Erald. Dopo il college, si recò a New York come scrittore per American Banker e poi, nel 1935, si trasferì a Washington per unirsi a un gruppo di fotografi della Farm Security Administration.
Nel 1936 si aggregò a Life come uno dei primi fotografi dello staff per iniziare la carriera da fotoreporter. Mydans registrò immagini fotografiche della vita e della morte in tutta Europa e in Asia durante la seconda guerra mondiale. Nel 1941, il fotografo e sua moglie Shelley, lei stessa giornalista, furono catturati dalle forze d’invasione giapponese nelle Filippine, tenuti per quasi un anno a Manila, poi per un altro anno a Shanghai, in Cina, prima di essere rilasciati come parte di scambio di un prigioniero di guerra.
Mydans fu rimandato alla guerra in Europa per le battaglie chiave in Italia e Francia. Nel 1944, il fotoreporter tornò nelle Filippine per seguire il generale MacArthur, dove scattò per lui alcune delle fotografie più famose.
Alcune delle immagini più note di Carl Mydans riproducono il bombardamento di Chongqing, la resa giapponese a bordo della USS Missouri nel 1945 e i cittadini francesi che rasavano le teste delle donne accusate di essersi concesse ai tedeschi durante l’occupazione nel 1944; inoltre, una stanza piena di entusiasti giovani reali e i loro compassati parenti più anziani nel 1954 e un ritratto del 1950 che ritrae il generale Douglas MacArthur che fuma la pipa.
L’esposizione allestita all’Accademia dei Rozzi resterà aperta fino al 4 luglio e sarà visitabile tutti i giorni con orario 10.30-12.30 e 15.30-18.30. Faranno eccezione i giorni di lunedì 24 giugno, in cui la rassegna sarà aperta soltanto al mattino e martedì 2 luglio, quando la Sala degli Specchi sarà chiusa tutto il giorno.