Il 2 ottobre scorso nell’Aula di Palazzo Madama del Senato, su iniziativa del Presidente Ignazio La Russa è stata celebrata la radio nei suoi primi cento anni di vita.
Sempre all’interno di Palazzo Madama, nella sala intitolata a Guglielmo Marconi, fino a domenica 6 ottobre saranno esposti i documenti di archivio e le apparecchiature tecniche risalenti a un secolo fa. Fra queste, il carillon della radio del 1936, che riproduceva il canto di un uccellino e che veniva utilizzato come stacco tra i programmi trasmessi via radio; nonché il microfono a bobina magnetica che venne usato per il primo annuncio radiofonico.
L’evento, trasmesso in diretta su Rai Radio 1 e su Rai 1, a cura di Rai Parlamento, ha celebrato la radio ma anche il servizio pubblico che conseguentemente ne è derivato, nei suoi momenti più significativi della sua storia.
Uno dei momenti più emozionanti è stato quello in cui, in apertura dell’evento, è stato trasmesso il primo annuncio radiofonico, grazie anche al contributo del Museo della Radio e della Televisione Rai di Torino e di Radio Rai.
Il comunicato, risalente al 6 ottobre 1924, iniziava con queste parole: «U.R.I. Unione Radiofonica Italiana…» e introduceva il concerto inaugurale del Quartetto Opera 7 di Franz Joseph Haydn. Ve ne proponiamo uno stralcio.
Erano presenti Carlo Conti – che lo ha condotto –, Renzo Arbore (cui La Russa ha consegnato in premio una campanella, “simbolo di un nuovo inizio”), Andrea Delogu, Umberto Broccoli, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, i vertici del servizio pubblico radiotelevisivo nonché i rappresentanti delle emittenti radiofoniche private più significative.
Ma soprattutto non poteva mancare Elettra Marconi, la novantaquattrenne figlia del senatore del Regno d’Italia Guglielmo Marconi cui è stato assegnato lo scranno senatoriale che occupava il padre.
Tutto è iniziato da lui. Nato a Bologna il 25 aprile 1874, sviluppò la telegrafia senza fili anzidetto radiotelegrafo, un sistema di telecomunicazione a distanza tramite onde radio. La sua invenzione, madre dell’attuale radiocomunicazione utilizzato in tutto il mondo, gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1909, condiviso con il fisico tedesco Ferdinand Braun.
Ma gli valse anche numerosissimi ulteriori riconoscimenti. Fra questi, l’intitolazione dell’aeroporto di Bologna e dell’asteroide 1332 Marconia; l’intitolazione altresì di una delle Università degli Studi di Roma e di uno degli istituti del Dipartimento di Fisica dell’Università la Sapienza di Roma; la raffigurazione della sua persona su una moneta da 100 lire, nel 1974 e quella sulla banconota da 2.000 lire dal 1990 fino al 2001, momento in cui la valuta italiana divenne l’euro.
La strada percorsa dalla prima radio ai moderni apparecchi è stata lunga e non è ancora finita.
In occasione del 150° anniversario della nascita del suo inventore e dei 100 anni dalla prima trasmissione radiofonica pubblica, la Fondazione Massimo e Sonia Cirulli ospita la mostra Radio Design: l’evoluzione estetica degli apparecchi radiofonici. Dal 5 al 31 ottobre 2024, in via Emilia n. 275 a San Lazzaro di Savena (Bologna) sarà possibile visionare oltre 50 modelli provenienti dalla collezione di Davide Vercelli – curatore della mostra – che raccontano la radio quale simbolo di modernità, strumento di propaganda, mezzo di intrattenimento. Fino all’essere divenuto, attualmente, dispositivo multifunzionale.
Insomma, possiamo tranquillamente affermare che The Buggles non hanno avuto ragione con la loro celeberrima Video killed the radio star.