
Non è solo una città con chiese sconsacrate trasformate in pizzerie Verona. C’è e persiste un’attenzione per il sacro o quanto meno per il religioso.
Lo dimostra l’appuntamento di giovedì 20 marzo organizzato dalla Fondazione Centro Studi Campostrini, dove alle 17:15 verrà presentata l’edizione 2024 “La trasformazione in Cristo” di Dietrich von Hildebrand, pubblicato per la prima volta nel 1940. Considerato dallo stesso autore uno dei suoi libri del cuore, è riconosciuto come un classico della spiritualità cristiana. A testimoniarlo le numerose ristampe e traduzioni.
Ad ispirare l’autore l’invito nel Vangelo a diventare non solo discepoli di Cristo ma ad essere trasformati in Cristo. Von Hildebrand invita i suoi lettori a mettere in atto tale invito, partendo da meditazioni sulle qualità di Cristo incarnato come modello di un uomo nuovo. Si parte dalla conoscenza di sé con l’accettazione della fragilità vista come tratto squisitamente umano. Cristo non amava i (pre)potenti, che pure secondo alcune fonti cercarono di irretirlo, di farselo amico, come sponsor della loro magnanimità. La conoscenza se accompagnata dalla fiducia in Dio può attivare la disponibilità a cambiare. Lo scrittore ci offre anche attualissimi spunti su libertà interiore, fame di giustizia, raccoglimento, contemplazione e umiltà. In aperto contrasto con la versione nietzschiana del superuomo, Hildebrand sottolinea il profondo valore di questa virtù. Lo ribadisce anche Pierangelo Sequeri nella Prefazione: “Non coltivare la vera umiltà espone alle insidie dell’orgoglio e soprattutto al proliferare dell’alterigia, perversione capace di minare ogni legame sociale e ogni autentica compassione umana. Proprio come l’amore incarna la vita di tutte le virtù ed esprime la sostanza più intima di ogni santità, l’umiltà è la precondizione e il presupposto fondamentale per la genuinità, la bellezza e la verità di ogni virtù. È mater e caput di tutte le virtù specificamente umane.”
Un testo che non parla solo al cristiano alla ricerca di strumenti per raggiungere “la comunione d’amore con Dio”. Anche i laici possono trovare alternative per sottrarsi al monopolio dell’esistenza pubblica a tutti i costi e a caro prezzo in qualche caso solo virtuale ed effimera.
A presentare ed approfondire l’opera la prof.ssa Paola Premoli De Marchi (filosofa e docente di Etica della professione), curatrice e traduttrice della nuova edizione con il prof. Silvano Zucal, esperto del pensiero del filosofo e teologo tedesco (nato però a Firenze il 12 ottobre 1889). Hildebrand dedicò la sua vita alla filosofia e all’impegno: già dal 1923 in concomitanza con il tentato putsch di Hitler a Monaco, fu denunciato dall’ambasciatore tedesco Franz von Papen a causa della sua presa di posizione contro l’ideologia nazista e antisemita. In fuga a Vienna continuò la sua battaglia fondando il settimanale Der Christliche Ständestaat.
Nel 1933 fu costretto a lasciare definitivamente l’Europa per gli Stati Uniti; inalterata la sua fiducia nella libertà dell’uomo, riconosciuto in grado di trascendere la sua finitezza in un orizzonte metafisico. Interrogarsi, conoscersi e quindi cambiare, sperare e desiderare: queste secondo lui le vie per entrare in rapporto con il trascendente, per essere infinito. Naturalmente accompagnate da virtù a cui tendere come contrizione, fame di giustizia, fiducia, mitezza, misericordia, oltre alla già citata umiltà.
Appuntamento quindi presso la Fondazione Centro Studi Campostrini per ulteriori approfondimenti e spunti di riflessione e dibattito.