Dal 26 al 28 aprile (venerdì e sabato alle 20,30, domenica alle 16), Claudio Bisio porta in scena al Teatro Comunale di Ferrara La mia vita raccontata male. Un po’ romanzo di formazione, un po’ biografia divertita e pensosa, un po’ catalogo degli inciampi e dell’allegria del vivere “La mia vita raccontata male” ci segnala che, se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando ci voltiamo indietro la strada è ben tracciata da una scia di scelte, intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli, spesso tragicomici o paradossali. Lo spettacolo si dipana in una eccentrica sequenza di racconti e situazioni che inesorabilmente e bizzarramente costruiscono una vita che si specchia in quella di tutti. Dalla prima fidanzata alle gemelle Kessler, dai mondiali di calcio all’impegno politico, dall’educazione sentimentale alla famiglia o alla paternità, dall’Italia spensierata di ieri a quella sbalestrata di oggi, fino alle scelte professionali e artistiche che inciampano in Bertolt Brecht o si intrecciano con Mara Venier. Un gioco affabulatorio intessuto di un continuo ping-pong tra vita pubblica e privata, reale e romanzata che racconta “male”, in musica e parole, tutto ciò che per scelta o per caso concorre a fare di noi quello che siamo.
La vita è quella che si ricorda
Il viaggio agrodolce nell’intimo del protagonista sembra dirci che forse la vita non è esattamente quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e che spesso non si vive come si vuole. Lo spettacolo è per questo anche una indiretta riflessione sull’arte del narrare, sul tempo che modifica e trasfigura gli accadimenti giocando spesso a idealizzare il passato, cancellando i brutti ricordi e magnificando quelli belli, reinventando così il reale nell’ordine magico del racconto. Dopo tutto, ha scritto Gabriel Garcia Marquez, le bugie dei bambini non sono altro che i segni di un grande talento di narratore. In questo humus variegato e sorprendente si muove Claudio Bisio accompagnato da due musicisti d’eccezione, Marco Bianchi e Pietro Guarracino, per costruire una partitura emozionante, spesso profonda ma pure giocosamente superficiale, personale, seppur intrisa di intonazioni ideali, civili ed etiche. Il linguaggio parola-musica scandisce tutta l’ora e mezza dello spettacolo nel quale sono presenti anche i raccordi musicali registrati di Paolo Silvestri.
Genesi drammaturgica di “La mia vita raccontata male”
Il titolo è mutuato dall’opera dell’autore di fumetti Gipi intitolata “La mia vita disegnata male”. Il testo, invece, è di Francesco Piccolo, romanziere vincitore del Premio Strega, sceneggiatore di film di Paolo Virzì e Francesca Archibugi e della fiction televisiva “L’amica geniale“, ma che non aveva mai prima scritto per il teatro. Da questo patrimonio letterario, Claudio Bisio ed il regista del Teatro Nazionale di Genova (che produce lo spettacolo) Giorgio Gallione, hanno composto un collage divenuto un’inedita drammaturgia a tratti buffa, a tratti ironica e che non perde mai di vista il fine della comicità. Dalle intimazioni dei genitori nell’infanzia del tipo “non si beve mai l’acqua dopo il latte perchè fa venire l’acido” ai due di picche delle ragazze della prima gioventù fino all’incontro con la donna giusta, il matrimonio, i figli ed il planare nell’età adulta, l’obiettivo è coinvolgere il pubblico fra i capitoli di piccole grandi storie e circostanze che uncinano divertimento e riflessione.
I prossimi appuntamenti con la prosa al Teatro Comunale di Ferrara prevedono il 3 e 4 maggio Delirio a due (stagione extra) con Nuzzo e Di Biase mentre dal 10 al 12 maggio sarà la volta di Umberto Orsini che porterà in scena Le memorie di Ivan Karamazov per descrivere uno dei personaggi più controversi usciti dalla penna di Fjodor Dostoevskij.