L’acclamazione entusiasta del pubblico si è stesa come un tappeto sonoro nelle due serate del 21 e 22 giugno al Teatro Comunale di Ferrara per il tributo al grande Freddie Mercury i cui strepitosi successi sono stati rievocati con la rappresentazione di Barcelona Opera Rock, Queen Greatest Hits. Gli spettacoli hanno letteralmente infiammato il teatro in ogni ordine di posto, dalla platea al loggione, nell’interazione degli spettatori con il palco sul quale lo scettro dei protagonisti è spettato alla soprano palermitana Desirèe Rancatore ed al cantante svedese Johan Boding, rispettivamente nei ruoli che alla fine degli anni Ottanta furono della soprano catalana Montserrat Caballè e dello stesso Freddie Mercury, autore dell’opera rock e del singolo Barcelona scelto come inno ufficiale dei Giochi Olimpici di Barcellona nel 1992. La folgorazione, l’incantesimo acustico, accadono e, d’altra parte, come sosteneva nelle sue discusse ma molto interessanti teorie il medico otorinolaringoiatra francese Alfred Tomatis “L’ascolto è l’induttore di tutte le cose. L’ascolto induce il corpo a diventare quello che è, questa antenna sintonizzata su cosmo vibrante e cantante”.
Un limpido studioso del suono, Andrea Tosoni, ideatore del metodo Vocessenza, osserva, invece, che l’amore per il canto e l’atto cantato richiedono un discernimento riguardo a “cosa sto dicendo, a chi lo sto dicendo, come lo sto dicendo” e le dichiarazioni raccolte a caldo dopo il primo spettacolo di venerdì sera da Desirèe Rancatore, soprano di fama internazionale che, fra i numerosi e prestigiosi riconoscimenti, ha ottenuto l’Oscar della Lirica della Fondazione Arena di Verona, confermano la necessità di una consapevolezza aurea nel canto. L’artista sottolinea infatti: “pur amando e ammirando moltissimo Montserrat Caballè, ho cercato di creare il mio “Barcelona” secondo quello che pensavo di ogni canzone da interpretare. Il canto è comunicazione profonda sotto il profilo delle emozioni, della parola, dell’interpretazione, in tutto, anche della fatica che sottende. In genere lo spettacolo piace al pubblico ma a Ferrara l’accoglienza, stupenda e fragorosa, mi ha donato una grande carica di andrenalina”.
L’asta del microfono levata in alto da Mr. Johan Boding nell’iconico gesto della regalità scenica del celebre e indimenticato Frontman dei Queen, mentre imperversavano, nel pieno coinvolgimento del pubblico, le musiche di “We are the champions”, “Somebody to love”, “We will rock you”, è una sintesi plastica dell’enigma dell’empatia dell’ascolto a cui la potenza vocale dà slancio con un’efficacia che è roboante ma anche intima. Boding da anni è il cantante principale in diversi tributi ai Queen in tutto il mondo e nel 2017 è stato invitato ad esibirsi al “Freddie Mercury’s official birthday-party” a Montreux. Ha tenuto, inoltre, numerosi concerti con la Russian Philharmonic Orchestra, frequentemente diretta dal Maestro Roberto Molinelli al quale si deve l’orchestrazione di “Barcelona Opera Rock”, dato che la versione originale di Freddie Mercury, anche se rappresenta un capolavoro, realizzato insieme a Mike Moran, una originalissima fusione di generi, rock e lirica, non prevedeva l’orchestra.
L’Orchestra Città di Ferrara, diretta da Molinelli, composta da violini (fra i violini secondi anche Marcello Corvino, Direttore Artistico del Teatro Comunale di Ferrara) viole, violoncelli, contrabbasso, flauto, oboe, clarinetto, corni, trombe, tromboni, percussioni, insieme al Coro del Teatro Comunale diretto da Teresa Auletta e al Gruppo Rock “Anema”, ha acceso la pulsazione degli spettacoli non solo uncinata alla rievocazione del passato ma appoggiata e radiante nelle atmosfere del presente che fanno della musica un importante fattore di condivisione.