Il grande regista teatrale Federico Landi Porrini è alla ricerca dei suoi Romeo e Giulietta per l’opera che dovrebbe consacrare definitivamente il suo prestigio e concludere la sua carriera. Tra le candidate spicca Vittoria che viene però esclusa a causa di un’ombra sul suo passato. Determinata a ottenere comunque un ruolo nello spettacolo e con la complicità della sua amica truccatrice, la giovane attrice decide di ritentare sotto falsa identità, per dimostrare tutto il suo talento. È così che si trasforma in Otto Novembre grazie alla sua amica truccatrice, si propone per il ruolo di Romeo e ottiene la parte. Non le sembra poi così complicato interpretare qualcun altro, sia sul palco che dietro le quinte, neanche quando il suo fidanzato viene scelto per interpretare il ruolo di Mercuzio. Vestire però i panni di un uomo le consentirà di scoprire molte cose su se stessa, ma soprattutto sulle persone che la circondano. Questo e molto altro è “Romeo è Giulietta” (ebbene sì, un accetto può fare la differenza), l’ultima fatica artistica di Giovanni Veronesi distribuita in sala dal 14 febbraio da Visino Distributivo. C’è chi finge sul palco, chi finge nella vita.. e c’è chi è costretto a farlo in entrambi i casi. Quello che vediamo sul grande schermo è un film sull’amore ma non solo, va ben oltre. E’ un dramma – mi piace definirlo così – sulla paura del non esistere più per qualcuno ma anche per se stessi, sul timore di finire in un qualche cassetto della dimenticanza. Questo è un film sulla necessità urgente di trovare il proprio cantuccio nel mondo, sul cercare la propria identità e sulla precarietà sempre più imperante nella società in cui viviamo. E’ una pellicola cinematografica che pone attenzione sulla non poca confusione che hanno i trentenni di oggi in una società che sembra non dare loro fiducia, tra ansie, timori che sembrano non aver mai fine, la costante paura di sbagliare e il bisogno necessario di un’autostima confermata. “Romeo è Giulietta” è un film sull’identità generale, non su quella di genere. I giovani che vengono raccontati sono alla ricerca del proprio rifugio emotivo (ma non solo), cercando in tutti i modi di realizzare i propri sogni e sfuggire alla precarietà e al destino che viene loro imposto. Quello che vediamo in sala è un racconto cinematografico che omaggia il teatro e il suo universo, con i suoi pro ed i suoi contro, senza sconti. Sergio Castelletto è magistrale ancora una volta, nei panni di un regista sulla via del tramonto, più che arrogante ma capace di commuoversi. Pilar Fogliati è semplice ma intensa, in questo doppio ruolo, delicata, ferma e decisa. Ritroviamo sul grande schermo Domenico Diele, uno dei migliori interpreti della sua generazione, che regala al suo Rocco/Mercurio sfumature profonde di una perfetta intensità. Maurizio Lombardi è stato bravissimo nel raccontare le corde emotive del suo personaggio, esattamente calati nei loro ruoli sono stati Alessandro Haber, Viviana Colais e Serena De Ferrari. Margherita Buy arriva a toccare l’anima. “Romeo è Giulietta” è un film che respira d’amore e di amori, alcuni impossibili purtroppo ma non l’impossibilità dell’amore. La più grande storia d’amore torna ad emozionarci ancora, in modo tutto nuovo, andate al cinema.
Articoli affini
14 Novembre 2024