In questa nuova stagione le avvocate Battaglia – le sorelle Anna e Nina e la madre Marina –torneranno a lavorare insieme nel prestigioso Studio Zander, ora diventato Zander Battaglia. I patti erano che Marina sarebbe uscita di scena non appena chiuse le ultime pratiche, ma per Zander liberarsi di lei sarà più arduo del previsto. Ognuno degli episodi sviluppa un caso legale, affidato allo Studio Zander Battaglia, trattando alcuni tra i temi più attuali del diritto di famiglia: dal divorzio breve al diritto all’oblio, le adozioni, relazioni tossiche e difesa della privacy. Prodotta da Palomar in collaborazione con Tempesta e con Rai Fiction, “Studio Battaglia 2” (stasera su Rai1), con la regia affidata a Simone Spada, la sceneggiatura a Lisa Nur Sultan e Federico Baccomo, vede tra i protagonisti di quest’anno un’intensa Sara Putignano tra le attrici più talentuose che abbiamo.
Sara, innanzitutto cosa ti ha portato a dire sì a questa sfida televisiva?
Posso dirti che il primo incontro al provino è stato rivelatore sotto lo sguardo attento del regista, è stato molto emozionante. E’ stato molto bello incontrare questa storia, una storia molto toccante con un personaggio che affronta temi molto attuali. La sceneggiatura era davvero ben scritta.
Tu sei Michela Fini, come ti sei avvicinata al personaggio?
All’inizio ho cercato i punti di contatto di contatto con lei per poter attingere sfumature emotive che ci univano. Ho poi cercato di costruire un immaginario solo suo e che non mi appartiene, guardando sul web anche video di noti influencer che provare a vestire i loro panni.
Per lei, cosa significa essere una chef-influencer?
Inizia il suo lavoro in solitaria. Quando poi il suo canale acquista sempre più successo, il marito decide di lasciare il lavoro e di farle da manager costruendo una vera e propria struttura dove la famiglia intera diventa protagonista.
Il brand “Michela in famiglia” è tutto per lei, perché?
Il brand ha quasi tre milioni di follower e, per chi segue, il fatto che sia una famiglia intera a guidare il profilo social è qualcosa di rassicurante. Il marito gioca un ruolo fondamentale nello spostamento dell’ago della bilancia, lo gioca talmente bene a tal punto da manipolarla quasi interamente, decidendo per lei e utilizzandola coma una sorta di macchina per far soldi.
Per lei l’amore cosa rappresenta?
Il motore di tutto. Michela è una donna poco capace di capirsi ma sa ascoltare gli altri. E’ sensibile e cucinare per gli altri è una forma di amore perché ama la sua famiglia. Tutto quello che farà sarà per tutelare i suoi figli.
Qualcosa non va però, suo marito Corrado non è proprio il marito ideale.
E’ un rapporto molto complesso e l’incontro con l’avvocata divorzista le fare comprendere che qualcosa nella sua vita deve cambiare. Non sempre la violenza psicologica si riesce a riconoscere e, una volta elaborata, non è istantaneo smaltirla.
Violenza fisica e psicologica. Dire No è fondamentale?
Perché le donne devono riappropriarsi dell’amore sano e della propria identità. E’ fondamentale riconoscere la tossicità di alcune relazioni, anche se è difficile, motivo per cui chiedere aiuto è fondamentale. C’è molta sofferenza nel mondo e se ne parla ancora troppo poco. Il No è necessario per vivere con più consapevolezza.
Il tuo è un bel ruolo importante, cosa speri arrivi al pubblico?
Il prego e la presa di coscienza di essere rappresentate da qualcuno, ci sono tante Michela nel mondo. Mi auguro che il mio personaggio posso essere portatore di speranza e di rinascita. Le cose possono cambiare se c’è piena consapevolezza da entrambe le parti.
Nuovi progetti?
A luglio sarò al teatro Romano di Verona con “Molto rumore per nulla” di Veronica Cruciani.