Ambientato nel 1917, durante la Grande Guerra, il nuovo film di Gianni Amelio , “Campo di battaglia” – ora al cinema – racconta l’amicizia tra due giovani, Stefano e Giulio. Il primo è appartenente all’alta borghesia e la sua famiglia, in particolare suo padre, sogna per lui una carriera politica. Il secondo invece vorrebbe dedicarsi alla ricerca e specializzarsi in biologia. All’ospedale militare dove lavorano entrambi arrivano feriti di ogni specie, quelli gravi che non possono continuare a stare in trincea. Molti di questi, devastati dagli orrori della guerra, si sono provocati ferite da soli pur di scappare da quelle atrocità. Stefano giudica in malo modo questi ultimi ed è determinato a scovarli, mentre Giulio che detesta perfino la vista del sangue è più comprensivo. Poi c’è Anna che lavora come volontaria alla Croce Rossa, un lavoro ingrato che lei affronta a testa alta, consapevole di quanto sia difficile diventare medico se sei donna, a meno di non avere una famiglia influente che ti sostiene. I tre sono amici dai tempi dell’università e sia Giulio sia Stefano finiscono per innamorarsi di lei. Intanto qualcosa sta succedendo all’ospedale: i malati si stanno aggravando misteriosamente, con complicazioni alle loro ferite improvvise e pur di non farli ritornare sul campo vengono mandati a casa in condizioni precarie. E’ possibile che qualcuno sia responsabile di questi avvenimenti, che ci sia un sabotatore tra le fila e Anna è la prima a sospettare che c’è qualcosa di losco. Ma al fronte, proprio verso la fine delle ostilità, si diffonde un’infezione che colpisce tutti indiscriminatamente, anche i soldati nemici e presto anche i civili cominciano a mostrare gli stessi sintomi. Questa – CAMPO DI BATTAGLIA di Gianni Amelio – è l’ultima fatica del noto regista che unisce un cast stellare, tra cui anche Vince Vivenzio, un attore molto promettente che il pubblico avrà modo di apprezzare non solo in questo film ma anche molti altri che verranno.
Vince, giovane ma molto bravo. Perché accettare questa sfida per il cinema?
E’ stata proprio una grande sfida che ho amato sin dall’inizio. Un ruolo complicato e intenso, un regista che è un maestro del cinema. Posso solo dire Grazie.
Interpreti un soldato napoletano. Come lo descriveresti?
E un giovane che è stato costretto a lasciare la sua terra; ha vissuto l’orrore, ha assaporato il sangue e ha visto la morte da vicino. Finge per salvarsi e tornare a casa, fino al punto di tradire chi l’ha aiutato e gli ha dato fiducia. Vincenzo Fiorillo è un soldato che ha combattuto inseguendo dei valori , anche se poi diventa spavaldo. Non lo giudico ma posso dire che ha un cuore buono perché cerca di sdebitarsi a suo modo con il medico con l’unico linguaggio che conosce.
Come si rapporta alla prima guerra mondiale?
Lui vuole tonare a casa; è partito contro la sua volontà e il suo unico desiderio è di tornare dalla sua famiglia.
Guerra e pace, sangue e morte ma per il tuo soldato la vita che valore ha?
Ogni suo comportamento è a favore della vita. Mente per guadagnarsi una seconda occasione.
Cosa significa essere diretto da Gianni Amelio?
E un regista dalle mille sfumature dell’animo umano. Mi ha permesso di essere un attore libero e gli sarà sempre grato per questo.
Cosa ti piacerebbe arrivasse del film?
Spero che lasci tante domande, faccia comprendere l’orrore della guerra, quanto sia importante l’ascolto. Questo è un film sulla guerra, non di guerra, come ha giustamente affermato il regista.
Nuovi progetti?
Uscirà su Rai1 “Sissy” di Eitan Pitigliani